AGI - Dai mercati arrivano segnali misti e tra gli investitori cresce l'instabilità, l'incertezza e la volatilità. I listini asiatici sono positivi e Wall Street ha chiuso in netto rialzo per la terza sessione di fila, marcando la prima striscia positiva di tre giorni da settembre, per la crescente aspettativa che il ritmo degli aumenti dei tassi globali inizi a rallentare. Tuttavia i future a Wall Street sono in calo, in particolare quelli sul Nasdaq, dopo i deludenti risultati trimestrali dei due colossi del tech Alphabet (Google) e Microsoft, che hanno aperto ieri la stagione delle big tecnologiche.
Domani c'è attesa per le trimestrali di Apple e Amazon, mentre sempre domani la Bce si appresta ad annunciare le sue mosse sui tassi. A fare da traino ieri per la Borsa di New York sono stati i deboli dati dell'economia Usa che hanno lasciato intendere che la politica aggressiva della Fed stia cominciando a fare effetto.
Il calo dei rendimenti dei Treasury ha rafforzato lo slancio del rally, spingendo gli investitori a scommettere sull'azionario. "C'è una discussione crescente sul possibile rallentamento del rialzo dei tassi da parte della Fed", commenta Bill Merz, analista di Bank Wealth Management di Minneapolis.
Il Dow Jones è salito dell'1,07%, il Nasdaq del 2,25% e l'S&P 500 dell'1,63%. Poi, a mercati chiusi, sono uscite le trimestrali dei due colossi dell'high tech Alphabet (Google) e Microsoft, che hanno deluso le attese.
Secondo Paul Zemsky, Chief Investment Officer di Investment Management i mercati stanno adeguatamente prezzando i futuri aumenti dei tassi: "Stiamo vedendo abbastanza rallentamento nell'economia da non doverci preoccupare che la Fed aumenti i tassi al di là di quello che è già il loro prezzo".
Di diverso avviso Nick Baron, senior investment specialist di Brainvest, il quale consiglia gli investitori di restare fermi perché l'attuale striscia positiva è solo un "piccolo rally di un mercato orso". Anche i future sull'EuroStoxx 50 sono in rialzo, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso positive.
Ai mercati piace la nuova leadership di Rishi Sunak in Gran Bretagna, come dimostrano i rendimenti dei Gilt nel Regno Unito, tornati al 3,67%, lo stesso livello di prima del mini budget. Ai mercati europei sono piaciuti anche i dati dell'indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche, calati a ottobre, ma risultati migliori delle attese.
Intanto l'obiettivo si è spostato sulla prossima riunione della Bce, che domani molto probabilmente deciderà un rialzo dei tassi dello 0,75%, mentre i riflettori saranno rivolti sulla conferenza stampa di Christine Lagarde, attesa al varco per le indicazioni sul Qt (riduzione bilancio), oltre che sui futuri rialzi dei tassi.
Durante la riunione il Consiglio potrebbe annunciare nuove condizioni per le operazioni Tltro, i 2.100 miliardi di euro di prestiti ultra convenienti concessi dalla Bce nell'ambito delle sue operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine.
A Milano l'indice Ftse Mib è salito dell'1,4% e lo spread è sceso a 220 punti base rispetto ai 223 dell'apertura e ai 227 della vigilia, con il rendimento del decennale che, nel giorno della fiducia alla Camera al governo Meloni, si è attestato al 4,35%.
Insomma, il nuovo governo convince i mercati, nonostante ieri siamo partite all'attacco le opposizioni.
Sul fronte valutario, l'euro ha chiuso in rialzo sul dollaro, a 0,9958 dollari, non lontano dalla parità. La moneta statunitense ha perso terreno anche verso la sterlina, sostenuta dall'insediamento del nuovo primo ministro britannico Sunak.
Il pound è balzato di nuovo sopra quota 1,1466 sul dollaro, mentre lo yen ha oscillato intorno a quota 148 sul dollaro. Alla fine di questa settimana si riunirà la Boj, la banca centrale del Giappone, che dovrà affrontare anche questo problema della debolezza valutaria, mentre sul fronte banche centrali oggi è attesa la riunione di quella canadese, che dovrebbe aumentare i tassi di 50 punti base, o anche qualcosa in più, considerato l'ultimo dato sull'inflazione che ha sorpreso al rialzo.
In calendario anche le riunioni della Banca centrale brasiliana e di quella russa, che lasceranno i tassi fermi. Sul fronte macro dagli Usa domani avremo la lettura preliminare del Pil del terzo trimestre, che dovrebbe partire in rialzo dopo la "recessione tecnica" degli ultimi due trimestri (in realtà dovuta all'elevata volatilità delle scorte e del retail).
La settimana si concluderà in Germania con la pubblicazione del Pil preliminare del terzo trimestre, atteso in contrazione e con la prima lettura dell'inflazione di ottobre, attesa poco variata, dal 10,9% al 10,8%.
Intanto il prezzo del petrolio è volatile. In Asia è in calo, dopo essere virato in rialzo al Nymex, sostenuto dalla debolezza del biglietto verde. A rendere instabile il mercato ci ha pensato anche il ministro dell'Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, il quale, nel corso di una conferenza stampa a Riad, ha avvertito Washington che "intaccare le scorte di emergenza potrà rivelarsi doloroso nel prossimi mesi".