AGI - Il Ttf, il mercato olandese su cui viene fissato il prezzo del gas in Europa, "non è più rappresentativo" della nuova realtà. A sostenerlo è il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervistato a Quarta Repubblica. "Serve un indice europeo che ci garantisca che il prezzo del gas sia in linea con quello statunitense o quello cinese. C'è un problema di nervosismo e volatilità, non di mancanza", ha aggiunto.
"Negli ultimi giorni in Europa si è avuta una sterzata positiva" sul price cap e le bozze che stanno circolando rappresentano "ottimi passi in avanti", sebbene ci siano "ancora aspetti importanti da negoziare". Secondo l'esponente del governo Draghi, "è bene che l'Italia rimanga nella posizione di leadership che ha avuto finora".
Cingolani ha riconosciuto che trovare un compromesso che possa risultare accettabile per tutti e 27 i Paesi dell'Unione europea "non è facile. Bisogna essere tecnicamente ineccepibili, anche duri, ma molto onesti e non ideologici", ha sottolineato.
Lo sblocco del rigassificatore di Piombino, inoltre, "è un imperativo, non negoziabile". Si tratta, ha osservato, di "un'emergenza nazionale. Abbiamo sostituito 29 miliardi di metri cubi di gas russo con 25 miliardi di metri cubi da altre fonti", ha spiegato, "metà tramite condutttture e metà con gas liquido che va trasformato. È imperativo dall'inizio dell'anno prossimo trasformare in gas metà del primo blocco di Gnl che ci arriverà. In questo modo potremo fare stoccaggi nel 2023 e, con il secondo rigassificatore, nel 2024 diventare totalmente indipendenti".
Cingolani, infine, ha parlato anche del suo futuro. "C'è stata una possibilità" di rimanere. "Ci sono dossier particolarmente tecnici su cui può essere utile mantenere una certa continuità. Sicuramente un periodo di supporto al mio successore lo darò volentieri. Siamo quasi in fondo a un percorso ed è bene che venga chiuso al più presto per le imprese e per i cittadini. Ma c'è un tempo per i tecnici e uno per i politici. Quello dei tecnici è terminato".