AGI - La prossima settimana l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati di settembre dell’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì. La previsione degli analisti è quella di un rallentamento, dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all'8,1%.
I riflettori, in particolare, saranno puntati sul dato core atteso invece in accelerazione dal 6,3% al 6,5%. Se così fosse i dati darebbero maggiore forza alla Fed per un ulteriore rialzo di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre.
Più in generale non solo i mercati ma tutto il mondo guarda col fiato sospeso all’incubo del nucleare. La Russia lo userà o meno? È un po’ questa la domanda che da qualche giorno tutti si pongono, mercati compresi.
Negli Usa, martedì, saranno pubblicati anche i dati sulla fiducia delle piccole imprese e, venerdì, l’indice sulla fiducia dell’Università del Michigan, utili per fornirci un quadro più chiaro sul sentiment generale. Infine, sempre venerdì, avremo le vendite al dettaglio attese in lieve rallentamento.
Nell'area euro non sono attesi dati di rilievo se non, mercoledì, la produzione industriale e, venerdì, la bilancia commerciale.
Tuttavia, dopo il vertice di Praga, c’è attesa per la riunione dei ministri dell’Energia di martedì e mercoledì prossimo che, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 ottobre, potrebbero mettere in campo delle proposte in tema energetico.
Sul fronte banche centrali non mancheranno gli interventi di diversi banchieri centrali di Fed e Bce, tra cui quello di mercoledì di Christine Lagarde, dai quali tuttavia non ci aspettiamo novità di rilievo.
Per la Fed sarà importante monitorare i verbali relativi all’ultima riunione di settembre per vedere se qualche crepa si è iniziata a formare nelle granitiche convinzioni a favore del restringimento della politica monetaria.
Martedì sarà poi interessante osservare come il Fmi vede il rischio recessione nel suo outlook annuale. L'istituto ha tagliato le sue previsioni di crescita globale per l'anno prossimo, avvertendo che nel 2023 circa un terzo delle economie mondiali sarà in recessione.
La prossima settimana prenderà il via la stagione delle trimestrali che venerdì vedrà i colossi bancari JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup, pubblicare i loro risultati. Occhi puntati su margini, fatturato e su quanto sta impattando sui bilanci il dollaro forte.
“Settembre si è confermato un mese poco favorevole per I mercati – commentano gli analisti – a ottobre andrà un po’ meglio, mentre i mesi che hanno la stagionalità migliore saranno novembre e dicembre. Ottobre sarà caratterizzato da veloci alti e bassi, anche se mediamente avremo ulteriori rialzi dei tassi e un drenaggio della liquidità”.