AGI - L'inflazione in Germania si è impennata a settembre al 10,0% annuo, il valore più alto registrato dal dicembre 1951, a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia sulla scia della guerra in Ucraina. Secondo i dati provvisori dell'istituto di statistica Destatis, l'indice dei prezzi è balzato di 2,1 punti su base annua da agosto.
L'evoluzione dell'indice armonizzato dei prezzi, che funge da riferimento da parte della Bce, raggiunge un picco di +10,9% in un anno. L'istituto centrale è determinato a riportare l'inflazione nella zona euro entro il suo mandato, al 2%, cosa che l'ha portata ad alzare i tassi d'interesse già due volte da luglio, per complessivi 1,25 punti.
Nel dettaglio, i prezzi in Germania restano trainati dalla continua esplosione dei costi dell'energia, causata dalla guerra in Ucraina: sono aumentati del 43,9% anno su anno a settembre.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro per far fronte al caro energia che continua a gravare su famiglie e imprese.
"Un tetto massimo del prezzo del gas potrebbe in qualche modo smorzare l'inflazione nel breve termine", ha affermato Ulrich Kater, capo economista di Deka. "Tuttavia, le cose miglioreranno davvero solo se le capacità di trasporto di gas liquido potranno essere rapidamente ampliate nel prossimo anno", aggiunge.
Anche i prezzi dei generi alimentari continuano a salire, spinti da guerre e siccità. L'aumento ha raggiunto il 18,7% in un anno, secondo Destatis. A ciò si aggiungono gli effetti sul prezzo delle interruzioni delle catene di approvvigionamento dovute alla pandemia di Covid, che continuano a pesare.
Inoltre, due misure in vigore quest'estate e scadute a fine agosto - uno sconto sul carburante e il biglietto ferroviario mensile a 9 euro - "avrebbero dovuto incidere sul tasso di inflazione" a settembre, aggiunge Destatis senza quantificarne l'effetto.