AGI - l mondo della 'fine dell'abbondanza' evocato la settimana scorsa da Emmanuel Macron prende forma alla 'rentree' dalla pausa estiva nelle parole della premier Elisabeth Borne. In un discorso tenuto alla conferenza annuale del Medef (la Confindustria francese), Borne ha elencato i rischi imminenti che dovranno affrontare le imprese nazionali strizzate tra crisi climatica ed energetica: un cocktail esplosivo che passerà dalle decisioni della Russia sulle forniture di gas, sulle capacità del parco nucleare francese e che volerà sull'impennata mondiale dei prezzi.
Ci vogliono "piani di sobrietà" ha delineato Borne, invitando i capi di industria a redigere a settembre piani energetici per la riduzione del 10% dei consumi per evitare che le imponga il governo. "Ogni azienda deve mobilitarsi e agire", ha affermato il presidente del Consiglio dando loro "appuntamento a inizio ottobre" per stilare un "prima valutazione" di questi piani di risparmio.
Sabato scorso la premier, in un'intervista a Le Parisien, aveva affrontato un'altra nota dolente, quella della tassazione di emergenza, facendo capire di poter anche utilizzare i poteri di Governo per ridurre i superprofitti delle imprese.
"Il mezzo più efficace per lottare contro l'inflazione sarebbe però l'iniziativa delle aziende, che dovrebbero, quando possibile, abbassare i prezzi per il consumatore e restituire un po' di potere d'acquisto ai dipendenti", aveva poi specificato Borne, richiamando l'opzione preferita dal governo già durante le discussioni estive sui testi di legge destinati a lottare contro il caro vita.
Affermazioni che oggi hanno fatto infuriare il presidente del Medef, Geoffroy Roux de Bézieux, che aveva replicato alla premier che lo Stato non potrebbe sopravvivere senza la ricchezza di quelle stesse imprese. "No, da parte dello Stato non ci sono stati superprofitti".
A spingere per l'adozione di una tassazione eccezionale e' la sinistra riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale, Nupes. E il segretario nazionale del Partito socialista, Olivier Faure, aveva già avvisato che proporrà ai suoi partner l'organizzazione di un referendum per dare impulso a un'iniziativa condivisa su questa misura.
Anche i deputati di MoDem all'inizio di agosto avevano chiesto una "riflessione" in merito, riferendosi a una missione flash lanciata dalla Commissione finanze. Pupilla della maggioranza centrista con trascorsi gollisti di Macron, Borne appare ora sempre più oscillante tra due sponde. Sembra soprattutto che la premier sia più che mai in cerca di consensi e di grande visibilità.
E sui media in molti si chiedono se la neo prima ministra sia di destra o di sinistra. "Abbiamo messo noi questa questione sul tavolo - ha detto oggi a Bmftv la deputata Nupes Clementine Autain - e si tratta di un argomento molto popolare".
Da parte di Borne oggi non è mancato il richiamo all'unità politica e l'appello a 'non colorare' la coalizione 'in rosso o in blu', nel tentativo di lanciare un segnale alla maggioranza che sostiene il presidente. "Noto che alcuni, a destra e a sinistra, vorrebbero dare una certa inclinazione al nostro blocco. Non succederà. A prevalere sarà l'azione al servizio del Paese", ha specificato Borne, alludendo alla sfida tra la corrente di destra incarnata dai ministri dell'Economia, Bruno Le Maire, e dell'Interno, Gerald Darmanin, e l'ala di sinistra.
Secondo la prima ministra "le crisi non sono ancora finite" e "l'incertezza sarà il pane quotidiano" nei mesi a venire, ragion per cui "non esistono soluzioni preconfezionate". Parlando in particolare di ecologia, l'inquilina di Matignon ha evocato poi "la necessità di scelte radicali" e "la fine del tempo delle mezze misure".
"Diremo la verità ai francesi", ha promesso inoltre Borne, anticipando "un nuovo aumento dei prezzi" e sottolineando che "le finanze pubbliche non possono far fronte da sole a questo sconvolgimento".