AGI - Prosegue il dibattito sul futuro di Ita Airways, strattonata tra la volontà del governo Draghi di chiudere la partita prima delle elezioni, la ferma opposizione di alcuni partiti ad una decisione presa da un governo senza più una maggioranza e il rischio che il futuro della compagnia di bandiera italiana finisca con il divenire un'arma da campagna elettorale.
Entro agosto una decisione dovrebbe essere presa se si considera che nel corso della conferenza stampa del 4 agosto il premier Mario Draghi si era detto determinato a chiudere il dossier, e quindi la cessione della compagnia, entro una decina di giorni.
A contendersi la compagnia italiana sono ad oggi, da un lato, la cordata Certares-Air France-Delta e, dall'altro, quella composta da Msc-Lufthansa. Alcune voci avevano dato quasi per certo che il governo avesse già deciso di cedere l'80% di Ita a Msc-Lufthansa (rispettivamente alla prima il 60% e alla seconda il 20%) a fronte di un'offerta da 900 milioni. Più recentemente è stato invece ribadito che entrambe le cordate sono tutt'ora in corsa. Intanto arrivano gli appelli dei sindacati affinche' si metta la trattativa al riparo dal braccio di ferro del dibattito elettorale.
"Ita - afferma all'AGI Stefano De Carlo, segretario esecutivo Anpac - deve seguire un percorso non minato dalle beghe elettorali. Non è corretto metterla nelle condizioni della vecchia Alitalia, in cui la politica metteva bocca con soluzioni fantasiose che hanno portato solo a disastri". Dello stesso parere anche il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, secondo il quale "la cosa peggiore che può accadere a Ita è finire nel tritacarne elettorale: un rischio che va scongiurato, perche' si fanno dichiarazioni nell'interesse dei partiti e non del Paese".
"Una cosa di sicuro non possiamo permettere: che su Ita non si decida - ha poi aggiunto Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl - va presa presto una decisione nella direzione in cui Ita possa consolidare quanto fatto fino adesso. Le previsioni sul trasporto aereo si sono rivelate sbagliate perché c'è stato un forte incremento della domanda; ora dobbiamo intercettare la ripresa e le condizioni per agire al meglio sono l'aumento degli aeromobili e l'ingresso in un network importante".
A ribadire la netta contrarietà ad una chiusura del dossier prima del voto è Fratelli d'Italia che, come spiegato più volte da Fabio Rampelli, sostiene che il futuro della compagnia di bandiera "non possa dipendere da un governo che di fatto non ha più una maggioranza".