AGI - Un altro mattone. Dopo Ring e i suoi campanelli intelligenti nel 2018, e prima ancora Blink, che produceva videocamere e campanelli collegati per la casa, la smart home di Amazon ha preso il controllo anche delle pulizie. Sempre attraverso Alexa, onnipresente dispositivo di controllo vocale, che avrà ai suoi comandi Roomba. L’aspirapolvere è infatti tra i prodotti di punta di iRobot, compagnia che la società di Jeff Bezos ha deciso di acquisire, in contanti, per 1,7 miliardi di dollari.
Ma perché? Amazon non vuole solamente riempire le nostre case di dispositivi intelligenti. L’acquisizione fa parte di una strategia più ampia: cercare di garantire che il suo servizio Prime sia sempre al primo posto nelle menti dei consumatori e vendendo più prodotti fisici che si collegano alla piattaforma, può fare proprio questo. L'obiettivo finale di Amazon per la sua attività di e-commerce è portare tutti sulla sua piattaforma Prime. Le persone che si abbonano a Prime sono anche più propense ad acquistare i loro prodotti tramite Amazon, il che è un doppio vantaggio per l'azienda: il canone mensile o annuale e i ricavi dai prodotti acquistati.
Poi c’è la partita dei dati. Mentre si muove in casa, Roomba crea mappe della tua abitazione, in modo che il dispositivo sappia dove è stato, dove sta andando e quanto sono pulite quelle stanze. Grazie all’integrazione totale con Alexa (con cui già comunicava prima dell’acquisizione), Amazon avrà a disposizione senza soluzione di continuità la nostra versione tridimensionale e la nostra cronologia.
Terzo punto. Lo sviluppo di soluzioni per la robotica. Amazon lavora da tempo allo sviluppo di soluzioni di robotica per la casa. L’acquisizione di iRobot potrebbe essere una spinta in questa direzione.
Fondato nel 1990 da un gruppo di ingegneri robotici del Massachusetts Institute of Technology, iRobot ha sviluppato negli anni aspirapolvere automatizzati e portatili e purificatori d'aria. Il suo Roomba, che costa fino a mille dollari, legge i contorni e gli angoli dei pavimenti e può rilevare oggetti, offrendo connettività a reti Wi-Fi e smartphone e può essere richiamato da dispositivi domestici intelligenti ad attivazione vocale.
La società ha iniziato a operare sul Nasdaq nel 2005. Sebbene sia un nome di spicco nella robotica domestica, iRobot ha avuto un anno difficile. Il fatturato del secondo trimestre, pari a 255,4 milioni di dollari, ha certificato un calo del 30% rispetto al periodo di un anno fa. La società prevede inoltre di spostare alcuni ruoli ingegneristici non fondamentali in regioni a basso costo come parte di un piano di riduzione dei costi e licenziare il 10% della sua forza lavoro, circa 140 dipendenti.
Assicura Colin Angle, fondatore e ceo di iRobot: "Per iRobot la sicurezza dei prodotti e la privacy dei clienti sono di estrema importanza. Sappiamo che i clienti ci accolgono nelle loro case perché confidano che i nostri prodotti li aiuteranno nella loro quotidianità e che noi rispetteremo le loro informazioni. Prendiamo questo aspetto con molta serietà. Una volta acquisiti da Amazon, il nostro impegno nei confronti dei dati e della privacy dei clienti rimarrà invariato".
(aggiornato il primo settembre 2022)