AGI - Il caos generato dalle cancellazioni dei voli fino a settembre, i ritardi, gli smarrimenti dei bagagli e gli indennizzi, rischiano di generare un conto molto salato per le compagnie aeree in quella che che doveva essere l'estate del rilancio post Covid e si è trasformata in una delle più nere per gli aeroporti. Oltre ai mancati introiti i vettori dovranno fare i conti con gli indennizzi e la raffica di cause e di ricorsi per i danni ulteriori arrecati ai passeggeri.
Senza considerare l'impatto degli scioperi del personale, come quelli di 4 ore indetti oggi dai controllori di volo dell'Enav e dal peronale di bordo delle compagnie low cost Ryanair, Malta Air e della società di assistenti di volo CrewLink. Secondo alcune stime il conto per i vettori della stagione estiva potrebbe aggirarsi tra i 4 e i 5 miliardi.
In base ai calcoli del Sole24ore la posta in gioco è di circa 5 miliardi di mancati introiti delle compagnie aeree per la cancellazione dei voli fino a settembre e oltre 2 miliardi per gli indennizzi ai passeggeri. E le associazioni dei consumatori si stanno già mobilitando.
Proprio in favore degli utenti danneggiati dallo sciopero del settore aereo il Codacons ha attivato una piattaforma volta ad aiutare i cittadini nella gestione delle pratiche di rimborso e risarcimento "Ricordiamo che anche in caso di sciopero le compagnie aeree sono tenute a riconoscere ai passeggeri che si vedono cancellato il volo l'assistenza e l'indennizzo previsti dal regolamento europeo 261/04 - spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi - Chi non riuscirà a raggiungere le mete di villeggiatura a causa dello sciopero odierno ha diritto inoltre a chiedere ad agenzie di viaggio, tour operator e strutture ricettive il rimborso integrale di quanto pagato per i servizi non goduti, sulla base del principio della 'causa di forza maggiore e delle norme del codice civile, e potrà agire contro le compagnie aeree chiedendo anche il danno morale da 'vacanza rovinata' fino a 5mila euro a viaggiatore".
Si preannuncia una lunga scia di conseguenze con gli aeroporti e le compagnie aeree incapaci di gestire il traffico passeggeri a causa della carenza di personale licenziato durante i due anni e mezzo di Covid. In base ai calcoli della Iata i dipendenti dei vettori in tutto il mondo sono scesi da 2,93 a 2,48 milioni tra il 2019 e il 2021 e quest'anno il dato dovrebbe risalire fermandosi a 2,7 milioni, quindi 230 mila in meno rispetto al pre Covid.
Da un rapporto di Cirium, società di analisi del settore aereo, emerge che le compagnie aeree europee hanno già annunciato la cancellazione di circa 15.788 ad agosto, pari al 2% dei piani di volo e al 60% delle operazioni a livello mondiale, proprio a causa della mancanza di personale e degli appelli a scioperare su più fronti. Sono 25.378 i voli cancellati in tutto il mondo. A sopprimere il maggior numero di voli a destinazione europea è Turkish Airlines - in tutto 4.408 - di cui la metà tra il vecchio continente e Istanbul e un quarto verso la Russia.
A seguire British Airways con 3.600 cancellazioni, EasyJet con 2.045, Lufthansa con 1.888 e Wizz Air con 1.256. Nel resto del mondo i disservizi arriveranno dalla compagnia brasiliana Azul, che ha ritirato 2.133 voli, da quella della Corea del Sud Korean Air con 2.033 voli e dall'indiana IndiGo, in 2.030.