AGI - Quotazioni in rialzo per il petrolio nonostante la decisione dell'Opec+ (che include la Russia) di accelerare il ritmo di incremento della propria produzione portandolo a 648.000 barili al giorno (da +432.000) a luglio e agosto. La decisione è superiore alle attese del mercato, mentre la prossima riunione del cartello è stata fissata al 30 giugno.
La decisione dei principali paesi produttori è arrivata nel giorno in cui gli ambasciatori dei 27 Stati dell'Unione europea hanno dato il via libera al sesto pacchetto delle sanzioni anti-russe, che include l'embargo graduale al petrolio in arrivo via mare in Europa con deroghe per il greggio trasportato via oleodotti. Sta di fatto che il prezzo del petrolio è continuato a salire con il Wti che si assesta a quota 117,35 dollari al barile (+1,82%), mentre le quotazioni del Brent salgono a 118,17 dollari (+1,63%).
La Casa Bianca accoglie con favore la decisione dell'Opec+ e riconosce il ruolo svolto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq nell'assicurare il necessario consenso all'interno del cartello.
"Questo annuncio - afferma un comunicato della Casa Bianca - accelera la fine dell'attuale accordo sulle quote, che era in vigore da luglio dell'anno scorso, e anticipa l'aumento della produzione mensile che era stato in precedenza previsto per settembre. Riconosciamo il ruolo dell'Arabia Saudita come presidente dell'Opec+ e suo maggior produttore nel raggiungimento di questa intesa tra i membri del gruppo.
Riconosciamo anche gli sforzi e i positivi contributi di Emirati arabi uniti, Kuwait e Iraq. Gli Stati Uniti - conclude la nota - continueranno a usare tutti gli strumenti a disposizione per far fronte alle pressioni che derivano dai prezzi dell'energia".
Apprezzamento è stato espresso anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: "Accolgo con favore l'annuncio odierno dell'Opec che aumenterà la fornitura di petrolio perchè ci rende più facile liberarci dal greggio russo e rivolgerci ad altri fornitori e regioni nel mondo per ottenere il petrolio necessario".
Sul tema si è pronunciato anche il vice primo ministro russo, Alexander Novak, secondo il qualela produzione petrolifera russa sta aumentando ulteriormente all'inizio di giugno rispetto ai livelli di maggio e ha sostenuto che per Mosca è importante continuare a cooperare con l'Opec+.
Intervistato dal canale televisivo Rossiya 24, Novak ha anche sottolineato che la decisione dell'Opec+ di aumentare la produzione a luglio e agosto invece che a settembre aiuterà a coprire la crescente domanda di petrolio dovuta a fattori stagionali. E' dunque l'Arabia Saudita, il principale produttore del cartello, ad essere pronta ad aumentare la propria produzione di petrolio se quella della Russia dovesse diminuire a causa delle sanzioni.
Secondo il 'Financial Times', infatti, Riad, inizialmente fredda su un eventuale incremento della produzione, avrebbe poi accettato di cambiare posizione per raffreddare i prezzi del petrolio e riavvicinarsi con l'amministrazione Biden.
L'Arabia Saudita ha anche assicurato che risponderà aumentando la produzione anche nel caso in cui una crisi dell'offerta dovesse colpire il mercato petrolifero.