AGI - L'Egitto, colpito duramente dall'aumento dei prezzi delle materie prime legato all'invasione russa dell'Ucraina, cercherà sostegno finanziario dal Fondo Monetario Internazionale. "Il rapido cambiamento dell'ambiente globale e le conseguenze della guerra in Ucraina pongono sfide significative per i Paesi di tutto il mondo, compreso l'Egitto", ha detto Celine Allard, capo della missione paese del Fmi.
In questo contesto, le autorità egiziane hanno chiesto il sostegno del Fondo Monetario Internazionale per attuare il loro programma economico globale", ha aggiunto. L'Egitto è fortemente dipendente dalle importazioni di grano e olio di girasole dalla Russia e dall'Ucraina ed è stato colpito duramente dall'attuale impennata dei prezzi delle materie prime. Il tasso d'inflazione ha raggiunto il 10% su base annua a febbraio, principalmente a causa di un aumento del 20% dei prezzi dei prodotti alimentari.
"Un pacchetto di misure di politica macroeconomica e strutturale attenuerebbe l'impatto di questo choc sull'economia egiziana, proteggerebbe i vulnerabili e preserverebbe la resilienza e le prospettive di crescita a medio termine dell'Egitto", ha detto Allard. "A tal fine, i recenti passi compiuti dalle autorità per estendere la protezione sociale mirata e attuare la flessibilità del tasso di cambio sono misure gradite", ha aggiunto.
Il ministero dell'Approvvigionamento egiziano ha avviato colloqui con Argentina, Usa e India per future importazioni di grano. Il ministero offrirà farina al settore privato a 8.600 sterline egiziane a tonnellata a partire da sabato, come misura per sostenere il settore privato dopo il tetto dei prezzi sul pane non sovvenzionato.
Il prezzo del grano per il pane è balzato del 53% dopo un mese di guerra in Ucraina, ma ad aumentare del 30% è stata anche la soia e dell'11% il prezzo del mais e del 6% destinati all'alimentazione degli animali negli allevamenti. emerge dall'analisi della Coldiretti sulla base delle quotazioni alla borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale del commercio dei prodotti agricoli. A pesare è la chiusura dei porti sul Mar Nero che impediscono le spedizioni e creano carenza sul mercato mondiale dove Russia e Ucraina insieme rappresentano il 28% degli scambi di grano e il 16% di quello di mais a livello mondiale secondo il centro Studi Divulga.