AGI - Il turismo è ancora in forte sofferenza, dopo due anni di pandemia e regole stringenti ancora in vigore, aggravata ulteriormente dalla crisi energetica e dal conflitto in Ucraina. Una situazione drammatica messa in luce dalle imprese del settore e riconosciuta dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Mentre in Italia le organizzazioni del Turismo Organizzato (Astoi Confindustria Viaggi, Aidit-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro Pmi) elencano le perdite di fatturato (21,1 miliardi nel 2020 e 2021 ai quali si sommeranno, previsionalmente, altri 6 miliardi del 2022, per un totale di 27,1 miliardi), il ministro in Francia per un incontro con i colleghi europei, al Consiglio dei ministri del Turismo, chiede interventi e annuncia nuovi sostegni.
Secondo agenzie di viaggi e tour operator le risorse finora stanziate sono insufficienti. Garavaglia promette altri fondi a livello nazionale e chiede al governo nuove misure contro il caro-energia. A livello comunitario, la proposta del ministro italiano è di prolungare il temporary framework: un tema su cui il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, si è mostrato “molto sensibile”.
Ma per Garavaglia bisogna fare di più: giusto l’obiettivo della sostenibilità – ha detto a Digione – ma la sostenibilità deve essere anche economica per le aziende. Per il ministro è necessaria una linea finanziaria dedicata al turismo nell’Unione Europea e poi un agire comune nell’offerta, perché è l’Europa intera, insieme, che deve presentarsi come meta sicura difronte al turismo internazionale. E’ quindi il tempo di unità e di un marketing comune, ma anche di regole uniformi. Per questo, secondo Garavaglia, l’Italia deve allinearsi agli altri Paesi sul green pass, per evitare di scoraggiare e disincentivare i viaggiatori.
Dopo il Covid, la crisi ucraina non ha che alimentato l’incertezza: un recente sondaggio rivela che il 47% degli statunitensi è in stand by e non ha ancora deciso se viaggiare in Europa o no. “E’ chiaro che se non verrà metà degli americani sarà un dramma", ha ammesso Garavaglia: "Questa brutta novità della guerra impone in modo ancora più forte l'esigenza di lavorare tutti insieme".