AGI - Chiusura in calo ma con un bilancio meno negativo del previsto per Wall Street, che recupera nel finale e incassa senza troppi danni le cattive notizie sul fronte macroeconomico, con l'aumento del dato sull'inflazione Usa a febbraio.
Il Dow Jones termina con un -0,34%, dopo aver toccato un minimo intorno al -1,3%, mentre il Nasdaq, che aveva segnato anche un -2,2% in chiusura si attesta sul -0,95%.
L'S&P 500 da parte sua cede lo 0,43%. Giornata condizionata dal dato sui prezzi al consumo aumentati dello 0,8% rispetto al mese precedente, contro attese per un +0,7%, dopo il +0,6% di gennaio. Su base annuale la crescita del +7,9%, contro il +7,8% delle attese e il 7,5% di gennaio.
Si tratta del rialzo maggiore dal gennaio 1982. Boom per i prezzi dell'energia, cresciuti nell'anno del 25,6%. La recrudescenza dell'inflazione ha spaventato inizialmente mercati, che temono rialzi dei tassi piu' accelerati da parte della Federal Reserve.
Sul listino in difficoltà oggi i titoli tecnologici, dopo il rally del giorno precedente, con un indice di settore in calo del 2,39%. Apple cede il 2,72%, Cisco il 2,16%, Intel il 2,04%, Ibm a -1,48%. Microsoft a sua volta accusa un -1,01%, Meta scende dell'1,66%.
Molto bene invece il settore energia, con un guadagno del 3,16%; in vista Chevron con un +2,75%. Tra gli altri titoli su Walmart (+2,27%), Dow (+1,44%).
Protagonista di giornata però èstata Amazon.com, capace di un +5,41% dopo che il cda ha deciso un frazionamento azionario, 20 azioni nuove ogni una vecchia, per favorire gli scambi su un titolo arrivato ormai al prezzo unitario di oltre 2900 dollari. Autorizzato anche un piano di riacquisto di azioni proprie da 10 miliardi di dollari.