AGI - I mercati rimbalzano e girano in positivo, ma restano volatili e altalenanti, in attesa dei dati sull'inflazione Usa di domani e delle future strette della Fed. In Asia Tokyo chiude in rialzo dell'1,08% e Hong Kong avanza dell'1,9%, sulla scia di Wall Street, che ha terminato la sessione in rialzo, salvata ancora una volta dalla stagione delle trimestrali, la quale in questa fase controbilancia l'aggressività delle banche centrali, che tende a deprimere i mercati.
I future della Borsa americana salgono, dopo che ieri i listini di New York sono cresciuti, ribaltando un avvio di settimana negativo. A guadagnare è stato soprattutto il Nasdaq, in rialzo dell'1,28%, malgrado i rendimenti sui Treasury siano balzati all'1,95%.
A pesare in positivo sono ancora le trimestrali delle aziende Usa, in particolare quella Harley-Davidson salita di oltre il 15% dopo un utile a sorpresa nel quarto trimestre. Bene anche Amgen e Chegg cresciuti rispettivamente del 7,8% e quasi del 16%, dopo gli aggiornamenti trimestrali e bene le azioni di American Express e JP Morgan, aumentate del 3,3% e dell'1,9%.
"A far girare la ruota a Wall Street - spiega Edward Moya, analista senior di Oanda - sono stati soprattutto i tecnologici e i finanziari". C'è attesa per i dati sull'inflazione Usa, che verranno diffusi domani. La previsione è che a gennaio i prezzi al consumo negli Usa saliranno dal 7% al 7,2%, il top dal 1982. Qualsiasi dato sopra il 7% non piacerebbe ai mercati, anche se cio' che maggiormente li rende nervosi e volatili in questa fase è l'incertezza sulle prossime mosse della Fed.
Finora l'aspettativa era quella di 5 rialzi dello 0,25% dei tassi quest'anno, anche se ora, per gli accresciuti timori sull'inflazione, c'è chi parla di 6 rialzi e lunedi' la Bank of America ha lasciato intravedere la possibilità di 7 rialzi nel 2022. Anche il tono più falco della Bce ha allertato le Borse in Europa e innalzato gli spread. Il differenziale tra i rendimento dei Btp e quello dei Bund è salito sopra 160 punti e oggi i future sull'EuroStoxx 50 sono positivi.
Occhi puntati su banchieri centrali e inflazione Usa
Questa settimana i mercati drizzano le antenne agli interventi dei banchieri centrali, soprattutto quelli della Fed. La Federal Reserve si riunira' il prossimo 16 marzo. In vista di quell'incontro ci sarà un altro report sul mercato del lavoro Usa a marzo, dopo quello di venerdi' scorso che ha alimentato l'aspettativa di un rialzo dei tassi d'interesse di 50 punti base a marzo. Al momento ancora nessun membro della Fed si è espresso in questo senso, ma qualcuno potrebbe cominciare a farlo questa settimana.
In altre parole, a marzo la Fed alzerà i tassi dello 0,50% o dello 0,25%? E quanti rialzi dei tassi farà quest'anno? In questo momento i mercati si aspettano più di 5 rialzi dei tassi da un quarto di punto. Bank of America ha parlato di almeno 7 rialzi dei tassi da un quarto di punto l'uno nel 2022. Il tasso atteso a fine anno è dell'1,37%, oltre l'1,25% che sarebbe il totale di 5 rialzi da un quarto di punto l'uno. E di questi 5-6 rialzi il mercato se ne aspetta due a marzo, cioe' un aumento dello 0,50% il 16 marzo.
Ieri, nella sua audizione al Parlamento europeo, Christine Lagarde ha corretto un po' il tiro rispetto ai suoi recenti atteggiamenti da falco, sostenendo che non c'è bisogno di un ampio inasprimento della politica monetaria nell'area euro in quanto l'inflazione che in questa fase sta salendo piu' del previsto e' destinata a diminuire e potrebbe stabilizzarsi intorno al 2%. Intanto c'è attesa per il dato di domani sull'inflazione Usa di gennaio.
Dopo inflazione, dietro angolo c'è rischio recessione
L'inflazione in questa fase è la principale minaccia, ma gli analisti vedono dietro l'angolo anche un rischio di recessione. L'aumento dei prezzi infatti nei prossimi mesi rischia di far perdere potere d'acquisto ai lavoratori e di far calare i consumi. "Prevedo forti turbolenze sui mercati nei prossimi 4-5 mesi - spiega Antonio Cesarano, global strategist di Intemonte Sim - anche perché le banche centrali e in particolare la Fed non possono dare ascolto a ciò che succede sui mercati e intervenire per calmarli perche' devono concentrarsi nella lotta all'inflazione.
Tuttavia intorno a maggio, giugno penso che ci sarà un drastico calo della crescita, di cui adesso si percepiscono solo tiepidi segnali. La verità è che già adesso l'inflazione sta salendo molto più dei salari e questo significa che i lavoratori stanno perdendo potere d'acquisto, si stanno impoverendo.
Si tratta di un trend che è solo all'inizio, diciamo che nel secondo trimestre, probabilmente a partire da giugno-luglio le banche centrali saranno costrette a cambiare rotta e a intervenire, diventando meno 'falchi'".
A Wall Street continuano a pesare in positivo le trimestrali
A Wall Street continuano a pesare in positivo le trimestrali, anche se quelle dei big sono già uscite tutte, a partire da quelle positive di Apple, Microsoft e di Amazon, mentre è andata male quella di Facebook. Ieri è uscita Pfizer, le cui azioni hanno chiuso in calo del 2,8%, dopo un deludente outlook annuale. Finora circa 300 componenti dello S&P 500 hanno presentato le trimestrali, con il 77% che ha superato le stime sugli utili e il 75% quelle sui ricavi.
"Quella attuale - commenta Rob Haworth, senior investment strategist di U.S. Bank. - è una stagione di guadagni solidi ma piuttosto normali per le trimestrali di Wall Street, a differenza delle prestazioni spettacolari registrate negli ultimi due trimestri".
Intanto in Asia la crisi dei chip si è riflessa sul mercato delle auto: Toyota ha registrato un crollo degli utili operativi del 21% nel terzo trimestre a 6,8 miliardi di dollari. Entro la settimana sono previste le trimestrali di Cvs Health e GlaxoSmithKline.
Prezzo petrolio ancora in calo
Il prezzo del petrolio ancora in calo: pesano i negoziati sul nucleare iraniano, che potrebbero portare alla revoca delle sanzioni. I future sul Brent sono sopra i 90 dollari e quelli sul Wti sopra gli 89. E oggi si attendono i dati sulle scorte di greggio Usa.
"La mia previsione - commenta Antonio Cesarano, global strategist di Intermonte Sim - è che i prezzi del petrolio oscilleranno per qualche mese tra 85 e 100 dollari. Sul mercato peseranno fattori contrastanti, le tensioni geopolitiche da una parte e le riaperture dall'altra, in particolare quella della Cina, che si accentuerà da marzo, dopo la fine dei Giochi olimpici invernali".