AGI - Se un conto corrente bancario costa 90,2 euro l'anno, quelli on line ossia rivolti a consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet costano 21,4 euro e rispetto al 2019 sono calati di 1,2 euro. Lo rileva Bankitalia spiegando che tali conti, pur non costituendo una fattispecie contrattuale distinta dagli altri conti, rivestono interesse per le particolari caratteristiche tariffarie. Ma rispetto ai conti correnti bancari 'normali', la differenza di costo è notevole: 30,9 euro.
La spesa dei conti on line, spiega Bankitalia, "si attesta su un livello significativamente inferiore a quello dei conti bancari convenzionali: il divario di spesa, pari a 69,4 euro, deriva principalmente da una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione del paniere di servizi fruiti".
La differenza più ampia, pari a 30,9 euro, si ravvisa nella spesa per i canoni di base e dipende da due fattori: la più bassa percentuale di clienti tenuti al pagamento dei canoni (il 47,5 per cento della clientela on line contro il 70 di quella tradizionale); l'inferiore importo del canone di base pari al 31,9 per cento dei conti convenzionali. Anche la più bassa spesa per l'emissione e la gestione delle carte di pagamento discende dai minori canoni. Un profilo tariffario più favorevole si osserva anche nell'ambito delle spese variabili, principalmente per le spese di scritturazione contabile, gratuite nei conti on line, i prelevamenti di contante presso gli ATM, i bonifici e i pagamenti automatici.
Per i conti on-line, spiega Bankitalia, l'aumento delle spese fisse è meno pronunciato della corrispondente flessione delle spese variabili. Analogamente ai conti convenzionali, si osserva una diminuzione pressochè generalizzata delle disposizioni effettuate, con l'eccezione dei bonifici on line; al contempo, la spesa per il canone di base, che costituisce un capitolo di spesa rilevante anche per questa classe di conti, è aumentata per effetto della maggiore percentuale di clienti tenuti al pagamento del canone.
Quanto invece ai conti correnti bancari, la crescita delle spese fisse, la cui crescita è per lo più attribuibile ai canoni di base; le spese variabili sono invece ridotte per la riduzione pressochè generalizzata dell'operatività, particolarmente pronunciata per le operazioni presso gli sportelli. Ipotizzando che il paniere dei servizi fruiti e delle operazioni effettuate nel 2020 fosse rimasto costante e uguale a quello dell'anno precedente, la variazione di spesa attribuibile al solo cambiamento delle commissioni sarebbe stata pari a 1,9 euro; nel 2019 la crescita della spesa di gestione non era stata influenzata dalle commissioni, che, complessivamente, avevano contribuito ad una lieve flessione di 0,2 euro.
Le spese fisse, che ammontano a 64,1 euro e rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva, sono cresciute di 4,3 euro (2,1 nel 2019). La crescita è attribuibile al movimento della spesa per canoni di base (2,8 euro; 1,6 nel 2019 e 3,9 nel 2018), a sua volta determinato dal maggiore canone (da 53,2 a 56,3 euro); è rimasta pressochè stabile la quota di clienti tenuti al pagamento del canone (dal 69 al 70 per cento). Altri aumenti significativi hanno interessato le "altre spese fisse" (1,3 euro) e le spese per l'emissione delle carte di credito (0,7 euro), entrambi da mettere in relazione con la crescita delle commissioni. Infine, Bankitalia segnala che per i conti correnti bancari, la diminuzione delle spese variabili, pari a 4,1 euro, riflette una pressochè generalizzata contrazione dell'operatività.
La maggiore variazione si deve ai prelievi di contante presso gli ATM (2,5 euro), alle minori spese di scritturazione delle operazioni (3,2 euro), ai bonifici presso gli sportelli. Ad aumentare è stata soltanto la spesa per i bonifici on line per effetto del maggior numero di operazioni effettuate; l'unico aumento delle commissioni, rinvenibile nelle "altre spese variabili", è stato bilanciato dalla minore operatività. Nel 2020 la spesa per il pagamento dell'imposta di bollo è stata di 17 euro (17,2 euro nel 2019); includendo questa imposta, la spesa di gestione sale a 107,9 euro.