AGI - Ha suonato la tradizionale campanella che dà il via alle contrattazioni a Wall Street, lanciato il cappellino con il nome 'Zegna', salutato amici, posato per le foto e rilasciato interviste: la giornata newyorkese di Ermenegildo 'Gildo' Zegna, amministratore delegato del gruppo Zegna, ha avuto ritmi frenetici.
Questa è stata una giornata storica: è il primo marchio italiano della moda a quotarsi alla Borsa più famosa al mondo e 'Gildo', come lo chiamano tutti, si sente un po' pioniere. "Qui è unico - confessa, guardandosi intorno, nel cuore del New York Stock Exchange - è un sogno che si realizza".
"È un momento storico - continua - se devo andare indietro di un anno, non lo avrei pensato. È stato fatto tutto in un anno". L'incontro chiave è stato quello con Andrea Bonomi, presidente e fondatore di Investindustrial, con cui Zegna si è unito per entrare a Wall Street.
"Andrea - aggiunge - me ne ha parlato a gennaio e io ho cominciato a crederci da allora. Abbiamo fatto una maratona, che è passata attraverso momenti duri, come ad agosto, ma siamo riusciti ad arrivare alla fine grazie a un partner che non ci ha lasciato soli come Bonomi, investitore principale, e come Sergio Ermotti, presidente della Spac, che conoscevo da tempo. Questo mi ha dato una grande serenità nell'affrontare questa sfida. Cosa che da solo non avrei mai fatto".
"Ce la siamo giocata tutta - aggiunge -è un momento storico per l'Italia, per il made in Italy, per la nostra azienda, che annovera la quarta generazione. Mio figlio Edoardo è stato con me attraverso novanta video-conference. Questa energia del futuro mi ha sicuramente galvanizzato, così come il nostro 'rebranding': la scelta di chiamarsi Zegna e non più Ermenegildo, è stata un'operazione concepita prima del Covid. La bellezza è proprio il fatto che questa strategia è stata pensata prima".
E ancora: "Non cambiamo strategia perché siamo quotati, siamo gia' sulla linea vincente. In più sul mercato americano andiamo bene, si sta riprendendo. Fino a poco tempo fa si parlava solo di Cina, adesso si parla anche di America. E avendo studiato e lavorato qui, quarant'anni fa, mi fa molto piacere. Questa è una città unica, con molta energia, giovane".
Zegna potrebbe fare da apripista ad altri marchi italiani della moda? "Me lo auguro - risponde - ma è difficile. Noi siamo pionieri, da mio padre a mio nonno, io credo di esserlo stato. Il pioniere deve rischiare. C'e' tanta gente in gamba, forse anche piu' di noi e che magari puo' fare meglio. È una maniera per valorizzare il 'family business' ma bisogna avere una governance chiara, e consiglieri indipendenti, che io ho sempre avuto. Perche' la mia filosofia e' sempre stata governance chiara, meritocrazia, anche nella famiglia, e l'importanza degli indipendenti".