AGI - Luigi Gubitosi si è dimesso dal board di Tim. Lo conferma una nota del gruppo.
All'ex ad va a titolo di "riconoscimento" un "importo (severance) di circa 6,9 milioni di euro (soggetto al claw back da parte di Tim), da corrispondersi entro il 3 gennaio 2022.
Gubitosi si è dimesso "dopo aver raggiunto un accordo con la società che prevede la reciproca rinuncia a ogni pretesa in relazione al rapporto di lavoro
dipendente". L'ex Ad ha inoltre "rinunciato a qualsiasi pretesa nei confronti della società in relazione al rapporto di amministrazione".
L'accordo che ha portato al "riconoscimento" dei circa 6,9 milioni di euro "è conforme alla Politica di Remunerazione di Tim ed è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione, previo parere favorevole del Comitato Nomine e Remunerazione".
In sei anni 4 Ad e 41 milioni di buonuscite
Marco Patuano, Flavio Cattaneo, Amos Genish, Luigi Gubitosi: i quattro manager condividono il fatto di essere stati amministratori delegati dell'ultima era di Tim, un'era piuttosto breve a dire il vero: dall'addio di Patuano (l'uomo che aveva speso tutta la vita all'interno della prima azienda di telecomunicazioni del paese) all'uscita di Gubitosi sono passati poco più di 5 anni e mezzo.
Patuano si dimise, dopo quasi 5 anni di mandato, il 21 marzo del 2016; Cattaneo invece rimase in carica dal 30 marzo 2016 al 21 luglio del 2017. L'israeliano Genish, prese l'incarico il 28 settembre 2017 per essere sfiduciato all'alba del 13 novembre 2018 dal suo stesso cda, riunitosi ad hoc in via straordinaria, sostituito dopo poco meno di una settimana (era il 18 novembre) da Gubitosi, rimasto in carica per quasi 3 anni.
Tirando le somme, quattro amministratori delegati in poco meno di 2 mila giorni (1.882 per la precisione), per un costo che per l'azienda ha sfondato già quota 40 milioni (40,9 milioni di euro), tra la buonuscita di Patuano (6 milioni), quella record di Cattaneo (25 milioni), il corrispettivo che incassò Genish (quasi 3 milioni) e i 6,9 milioni che andranno a Gubitosi.