AGI - "Si sta determinando una distanza tra i bisogni del Paese reale e la politica che si sta sempre più chiudendo al suo interno e non si pone il problema che più della metà del corpo elettorale non va a votare". Queste le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla manifestazione per lo sciopero generale in piazza del Popolo, a Roma.
"Siamo fuori tempo massimo? No, siamo all'inizio di questa battaglia", dice Landini: "Poterla fare con questa forza e questo consenso nel Paese ci rafforza".
Intorno alle 10 la piazza si riempie e comincia a tingersi di rosso e di azzurro, i colori rispettivamente di Cgil e Uil.
Bandiere dei sindacati e palloncini colorati dei colori delle due organizzazioni dei lavoratori hanno circondato per tutta la mattinata l'Obelisco Flaminio al centro della piazza. Oltre a lavoratori e pensionati, anche un nutrito gruppo di studenti degli istituti superiori della capitale.
In prima fila di fronte al palco un nutrito e vibrante gruppo di lavoratori e lavoratrici di Air Italy, che più volte hanno chiesto ai sindacalisti sul palco di parlare dei loro licenziamenti. Lo faranno tutti, dagli interventi iniziali a quello dei segretari generali Landini e Pierpaolo Bombardieri della Uil.
Dal palco Landini si rivolge alla folla: "Quello che divide il Paese non è lo sciopero ma l'evasione fiscale, la precarietà e l'ingiustizia. Oggi abbiamo bisogno di un cambiamento, di cambiare le leggi sbagliate".
Quindi torna sulla proposta di "un nuovo contratto di inserimento al lavoro fondato sulla formazione e sulla stabilità".
Bombardieri rimarca, tra l'latro, la necessità di una riforma fiscale complessiva: ”Non vi offendete se in piazza ci sono i Robin Hood, non è una cosa diversa, è la foresta di Sherwood al contrario. Fateci capire chi è Fra Tuck e chi lo sceriffo di Nottingham”.
Sul fisco Landini attacca: “È bene si sappia perché dentro le forze di maggioranza c'è una parte che ha detto no alla proposta di non fare miglioramenti per i redditi oltre i 75 mila euro, ma vuole introdurre un altro condono fiscale”.
Poi una battuta presa dal Carosello: “Noi non abbiamo scritto Jo Condor, siamo persone per bene che hanno sempre pagato le tasse e vogliono continuare a pagarle ma vogliono che si introduca un principio: che siano pagate da tutti e vanno abbassate a chi le ha sempre pagate".
Entrambi i segretari poi si rivolgono al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ieri si è detto “molto rattristato” dallo sciopero indetto: “Mi ha colpito la dichiarazione di Bonomi: questa giornata di mobilitazione lo ha reso triste. Quando ho letto la dichiarazione sono rimasto sorpreso e mi è venuto in mente Enzo Jannacci e la canzone 'Ho visto un re’”, dice dal palco Landini. Mentre Bombardieri gli si rivolge direttamente: “"Lei è triste un giorno solo, qui i lavoratori sono tristi perché hanno perso il posto e i giovani che non lo trovano, pensi a loro e alle aziende che hanno licenziato”.
Diverse le reazioni della politica. Il più duo quello della Lega: "Siamo davanti a uno sciopero-farsa contro l'Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anziché bloccarlo", dice Matteo Salvini.
Giuseppe Conte, leader del M5s, invece si augura “che non ci sia nessuno scollamento con il Paese”, perché “stiamo vivendo una situazione difficile, chiaramente c'è un malessere diffuso che la classe politica non può trascurare. Il Movimento 5 stelle continua a favorire il dialogo, la coesione sociale è importantissima, e quindi la settimana prossima incontrerò i sindacati e le associazioni di categoria per capire le loro ragioni".
Reagisce alle dichiarazioni di Bombardieri anche Carlo Calenda, dopo che il segretario Uil lo ha chiamato in causa dal palco invitandolo a notare la piazza piena di giovani precari: "Per Bombardieri il resto dell'Italia è il Paese irreale. La pretesa di rappresentare tutto il paese 'buono e operoso’ conto 'i palazzi’ non è solo un esempio di populismo sindacale ma anche un'affermazione ridicola, visti privilegi dei leader sindacali”.