AGI - Arriva l'ufficialità della rottura delle trattative tra Mef e Unicredit per la cessione di Mps. In una nota congiunta il Tesoro e la banca di piazza Gae Aulenti annunciano che "l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena" e "nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti".
Non sono bastati tre mesi di trattative a far trovare la quadra di un'operazione comunque difficile. A fine luglio Unicredit aveva accettato di avviare trattative esclusive per l'acquisto di "alcuni asset selezionati" di Mps controllata dal Mef con una quota pari al 64,2%. Tuttavia, il governo ha ritenuto eccessiva la richiesta di UniCredit di una ricapitalizzazione di oltre 7 miliardi di euro perché renderebbe l'operazione "troppo punitiva" per i contribuenti italiani.
La diversità di vedute sulle dimensioni e sui costi dei tagli dei posti di lavoro nella banca più antica del mondo, nonché il modo di calcolo di Unicredit sugli adeguamenti del valore sulle passività di Mps si sono rivelati uno dei principali ostacoli. Le parti hanno così concluso che è impossibile raggiungere un accordo sulla base delle condizioni fissate a luglio, che richiedevano l'acquisizione di "asset selezionati" del Monte dei Paschi per aumentare l'utile per azione di UniCredit del 10% e lasciare inalterato il suo capitale.
Le parole di Franco ad agosto
Lo scorso agosto il ministro dell'Economia Daniele Franco aveva auspicato un esito favorevole dell'operazione spiegando tuttavia che "non chiuderemo ad ogni costo". "Proporremo un pacchetto finale solo se saremo convinti che il pacchetto sarà adeguato", aveva osservato il ministro di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato escludendo al contempo l'ipotesi 'stand alone' per la banca senese.
Nelle intenzioni di Andrea Orcel c'era quella di fare un aggregazione neutra dal punto di vista del capitale sulla falsa riga dell'operazione Intesa-banche venete. Il mercato aveva accolto bene la notizia e dal 29 luglio il titolo Unicredit ha guadagnato in Borsa circa il 15%, oltre la media dei bancari a Piazza Affari.
Venerdì il premier Mario Draghi a Bruxelles, interpellato sui tempi dell'operazione, aveva risposto di non poter dire se un accordo di fusione sarebbe stato concluso entro la fine di ottobre. "Non posso rispondere perché non lo so", ha detto Draghi durante la conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio europeo.
Il destino di Mps
Ora la palla torna tutta nelle mani del Mef che entro fine anno dovrebbe (alla chiusura del bilancio 2021 di Mps) cedere il 64,2% della banca senese. La partita sul futuro della banca più antica del mondo si giocherà sull'asse Roma, Francoforte (sede della Bce), Bruxelles.
Il Tesoro probabilmente proverà a chiudere una proroga della cessione di almeno 6 mesi.
La partita senese muove da sempre anche l'interesse della politica. Ieri il M5s ha espresso soddisfazione per la fine del negoziato che non aveva mai visto positivamente. "Accogliamo con soddisfazione la posizione del Ministero del Tesoro che riterrebbe non soddisfabili le richieste di Unicredit di un intervento di 7 miliardi di euro del Monte dei Paschi di Siena per procedere alla fusione tra i due istituti bancari", hanno detto in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Finanze alla Camera.
"Ora auspichiamo che la trattativa torni su binari normali e che si torni a discutere per trovare la migliore soluzione possibile per il Monte dei Paschi: è necessario pertanto ottenere prima di tutto una proroga dei negoziati per capire se c'e' spazio per una mediazione" concludono i deputati pentastellati.
(Articolo aggiornato alle ore 19,25)