AGI - Una crescita del Pil del 6% quest’anno e di oltre il 4% il prossimo, il deficit in calo al 9,5% e un debito/Pil che scende sotto la soglia psicologica del 160%. E’ il quadro aggiornato dei conti pubblici che il governo si appresta a varare domani con la Nota di aggiornamento al Def. Un quadro più roseo rispetto alle stime indicate ad aprile, quando l’asticella della crescita era stata fissata al 4,5% per il 2021 e al 4,8% per il 2022, e che, secondo gli obiettivi del governo, potrebbe consentire di spendere un punto di Pil l'anno, circa 18 miliardi, dal 2022 al 2024. L’indebitamento netto scenderà sotto il 10% contro l'11,8% indicato in primavera nel Def e anche il rapporto debito/Pil, che secondo le ultime stime sfiorava il 160%, dovrebbe migliorare nettamente già dall’anno in corso.
Il rimbalzo del Pil e il deficit inferiore alle attese aprono quindi nuovi spazi finanziari per la manovra di bilancio e la lista di interventi è già lunga: un anticipo all’attuazione della delega fiscale con il taglio del cuneo fiscale e il superamento dell’Irap, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, la proroga del superbonus al 2023 (l'impegno dovrebbe essere inserito già nella Nadef), le misure da finanziare per il dopo quota 100, i fondi per la sanità e le cosiddette spese indifferibili.
La nuova fotografia dei conti è stata illustrata dal premier, Mario Draghi, e dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, ai capidelegazione della maggioranza, in vista del Consiglio dei ministri in programma domani mattina che oltre a esaminare la Nadef (nel documento potrebbe trovare spazio, tra i collegati alla legge di bilancio, anche quello sul salario minimo) dovrebbe varare la proroga dei termini per le domande di assegno unico per permettere a chi non è ancora riuscito di ottenere il beneficio da luglio. Sul tavolo del governo è atteso anche un decreto con misure fiscali e sul lavoro che accompagnerà la legge di bilancio.
Nel dl dovrebbero confluire l'attesa norma per consentire il pagamento degli stipendi dei lavoratori in quarantena e i nuovi fondi per rifinanziare fino al 31 dicembre la cassa integrazione d’emergenza. Atteso poi un nuovo intervento sulle cartelle fiscali: si sta valutando una diluizione della rate in scadenza a settembre e la possibilità di rientrare per chi è decaduto dalla rottamazione ter.
Mentre slitterà ancora l’esame della delega fiscale che secondo il cronoprogramma iniziale del Pnrr il governo avrebbe dovuto presentare entro la fine di luglio. La riforma fiscale, nonostante il compromesso raggiunto in Parlamento a luglio tra i partiti, continua a dividere la maggioranza, a partire dal temo spinoso del catasto.