AGI - La crisi economica scatenata dal coronavirus ha prodotto "la più grande recessione nella storia del nostro Paese in tempo di pace" ma ha anche mostrato che l'economia italiana, "nonostante la debolezza che ha in molti campi, è vitale". Il giudizio è del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo cui "questo fa ben sperare per questa ripresa in corso che va al di là delle previsioni che eravamo riusciti a elaborare a inizio anno".
Intervistato durante la prima puntata della serie "Le istituzioni economiche in tempi di Covid" su Rai Play dedicata alla Banca d'Italia, il numero uno di via Nazionale ha anche osservato che il rialzo dei prezzi al consumo in atto deve essere giudicato "temporaneo". Per Visco, infatti, "non ci sono fattori di fondo che spingano a pensare che questa inflazione sia destinata a perdurare nel tempo".
E le previsioni a livello europeo, ha rilevato, indicano che "l'inflazione nella media sarà superiore al 2% quest'anno, ma l'anno prossimo e il successivo scenderà al di sotto" di questo livello che per la governance della Bce definisce la stabilità dei prezzi.
Secodo il governatore "è difficile dire quale sarà la nuova normalità" post Covid. "Ci saranno anche imprese che non ce la faranno", ha osservato, "e questo avrà effetto sull'occupazione". Per questo, ha aggiunto, sarà importante "continuare a dare sostegno a chi è in difficoltà nel contesto di un quadro di ammortizzatori più organico".
E sarà anche necessario "migliorare le nostre competenze o acquisirne di nuove". Intanto Prometeia stima che l'Italia crescerà di almeno il 6% quest'anno e del 3,8% nel 2022, con deficit/Pil e debito nel 2021 in miglioramento rispetto alle stime del Def.
"La scelta di puntare sulla campagna di vaccinazione sta pagando", scrive Prometeia nel Rapporto di previsione di settembre.
E osserva: "Al momento in Italia circa il 66% della popolazione ha ricevuto due dosi di vaccino, in linea con gli altri Paesi europei (65% in Francia, 63% in Germania, 77% in Spagna, 65% in UK), mentre gli Stati Uniti (54%), per non parlare di molti Paesi asiatici, sono più indietro".
"Il fatto che la spesa delle famiglie italiane sia cresciuta del 5% nel II trimestre dell’anno sui tre mesi precedenti, segnala – oltre all’efficacia delle politiche fiscali messe in atto per sostenere l’attività economica e i redditi – il rinnovato clima di fiducia di famiglie e imprese".
"Dopo il brillante risultato di crescita nel II trimestre (+2,7% sul precedente, mentre ci aspettavamo +1,2%) e la buona performance degli indicatori congiunturali durante l’estate - scrivono gli esperti - l’ipotesi che il nostro Paese possa crescere a un tasso prossimo o superiore al 6% quest’anno e per una volta superare i nostri principali partner europei sta diventando realtà".
E individua tre "banchi di prova" da superare nel breve periodo: l'andamento dell'inflazione e i rincari attesi per le bollette, la verifica del fatto che la ripresa delle costruzioni sia sostenibile e il rispetto delle condizioni poste dalla Commissione europea sul Pnrr già per fine anno.