AGI - La Cina ha dichiarato illegali tutte le transazioni in criptovalute e le attività relative alle valute virtuali. Lo ha deciso la banca centrale cinese in una nota in cui sottolinea che le valute virtuali "non hanno lo stesso status giuridico della moneta in corso legale e non possono essere distribuite sul mercato come moneta". Inoltre, prosegue la nota della People's Bank of China, scambi e transazioni in valuta virtuale sono definite "attività finanziarie illegali e sono severamente vietate".
Le attività legate alle criptovalute negli ultimi anni, sottolinea la nota emessa dall'istituto di Pechino, "si sono diffuse sconvolgendo l'ordine economico e finanziario, alimentando il riciclaggio di denaro sporco, la raccolta illegale di fondi, la frode, gli schemi piramidali e altre attività illegali e criminali".
Contro i rischi legati alle criptovalute stanno cooperando dieci dipartimenti governativi cinesi tra cui, oltre alla stessa Pboc, vengono citati anche la Cyberspace Administration - l'ente a vigilanza di internet - e il ministero della Pubblica Sicurezza, in raccordo con le autorità locali.
L'obiettivo, precisa la banca centrale cinese, è quello di "costruire un sistema di prevenzione e smaltimento dei rischi di speculazioni nelle transazioni in valuta virtuale" e di "reprimere severamente le attività finanziarie e le attività criminali legate alle valute virtuali, proteggere la sicurezza delle proprietà delle persone in conformità con la legge e compiere ogni sforzo per mantenere l'ordine economico e finanziario e la stabilità sociale".
La prima conseguenza della stretta è che il prezzo del Bitcoin e delle altre criptovalute scivola. Il Bitcoin arretra del 5,4% a a 42.400 dollari. Sotto pressione anche Ethereum, che cede il 7,44% a 2.880 dollari.