AGI - Il governatore della banca centrale Usa, Jerome Powell, apre la strada per l'avvio del tapering, anche se, come ci si aspettava, senza fornire un calendario preciso. Dal simposio di Jackson Hole, il numero uno della Fed nel suo atteso intervento ha definito, infatti, "appropriato" l'inizio del processo di riduzione degli acquisti di asset dal 2021 ma ciò "non è da intendere come un diretto segnale sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse".
Un inasprimento prematuro della politica monetaria sarebbe "particolarmente dannoso", ha infatti sottolineato. Secondo Powell, "la pandemia resta una minaccia alla crescita" e la variante Delta "presenta un rischio a breve termine". "I tempi sono duri, ma l'economia è sulla strada giuste e il ritmo della ripresa ha superato le aspettative", ha detto ancora aggiungendo che comunque la Fed monitorerà i dati in arrivo e l'evoluzione dei rischi. Brindano i mercati che, da Wall Street alle europee, migliorano le loro performance.
L'avvio del tapering entro il 2021 appropriato
All'ultima riunione politica della Fed a fine luglio, "ero del parere, come la maggior parte dei partecipanti, che se l'economia si fosse evoluta ampiamente come previsto, potrebbe essere appropriato iniziare a ridurre il ritmo degli acquisti di attività quest'anno", ha spiegato Powell. E se da un lato, il ritmo della ripresa "ha superato le aspettative" come pure ci sono stati dei "chiari progressi" del mercato del lavoro dall'altro continua a pesare "l'ulteriore diffusione della variante Delta", per questo verranno valutati "attentamente i dati in arrivo e i rischi in evoluzione".
Un aumento dei tassi prematuro sarebbe dannoso
"La tempistica e il ritmo dell'imminente riduzione degli acquisti di asset non intende fornire un segnale diretto per quanto riguarda la tempistica del rialzo dei tassi di interesse, per la quale abbiamo articolato un test diverso e sostanzialmente più rigoroso", ha assicurato Powell.
"Abbiamo detto che continueremo a mantenere l'intervallo del target per il tasso sui fondi federali al livello attuale fino a quando l'economia non raggiungerà condizioni coerenti con la massima occupazione e l'inflazione avrà raggiunto il 2% ed è sulla buona strada per superare moderatamente il 2% per qualche tempo", ha aggiunto il numero uno della Fed.
"Se una banca centrale inasprisce la politica in risposta a fattori che si rivelano temporanei - ha osservato ancora - è probabile che i principali effetti della politica arrivino dopo che la necessità è passata. La mossa politica inopportuna - ha sottolineato Powell - rallenta inutilmente le assunzioni e altre attività economiche e spinge l'inflazione al di sotto del desiderato. Oggi, con un sostanziale allentamento del mercato del lavoro e la pandemia che prosegue, un tale errore potrebbe essere particolarmente dannoso. Sappiamo che lunghi periodi di disoccupazione possono significare danni permanenti ai lavoratori e alla capacità produttiva dell'economia".
Tuttavia, ha evidenziato il numero uno della Fed, "la storia insegna, però, anche che le banche centrali non possono dare per scontato che l'inflazione dovuta a fattori transitori diminuirà".
L'aumento dell'inflazione sarà temporaneo
Secondo Powell, l'inflazione a questi livelli "è, ovviamente, motivo di preoccupazione" che però è "mitigata da una serie di fattori che suggeriscono che queste letture elevate potrebbero rivelarsi temporanee. Questa valutazione è critica e continua e stiamo monitorando attentamente i dati in arrivo".
E mentre l’inflazione è saldamente in linea con l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, c’è ancora molta strada da fare, secondo il capo della Fed, per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione, confermando quindi che la banca centrale statunitense si muoverà con cautela e flessibilità per non compromettere l' uscita dalla crisi pandemica