AGI - Il Pil nel 2021 potrebbe crescere di circa il 6%, precisamente il 5,8%: un'ottimistica previsione, che aveva anticipato nelle scorse settimane anche il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. E su questa percentuale si attestano le nuove stime degli esperti dell'Ufficio percentuale di Bilancio che, cifre alla mano, indicano come questo obiettivo sia possibile. Non solo, ma il Pil nel 2022 potrebbe crescere del 4,2%, spinto per almeno due punti percentuali dalle misure previste dal Recovery Plan.
Un'ottimistica previsione, dicevamo, ma gli esperti dell'Ufficio parlamentare avvertono che sussiste allo stesso tempo un clima di incertezza, dovuto alla ripresa dei contagi che potrebbe frenare la spesa per i consumi.
"Dopo la contrazione nello scorcio finale del 2020 e la stabilizzazione nel periodo invernale, l’economia italiana ha velocemente imboccato un sentiero di espansione, favorito dal progredire della campagna vaccinale e dal graduale allentamento delle restrizioni alle attività", scrivono.
Conforta comunque sapere che è possibile che la crescita arrivi a livelli pre-pandemici già il prossimo anno: "L'economia italiana - si legge nell'ultimo report dell'Upb - si riporterebbe su valori prossimi a quelli registrati prima della pandemia nella prima meta' del 2022".
Nell'ultimo report, l'Upb osserva che "il ritmo di crescita dell’economia italiana è risultato più marcato di quello dell’area dell’euro (2%), consentendo quindi una sostanziale convergenza del nostro paese con le altre maggiori economie continentali sul gap rispetto i livelli precedenti all’emergenza sanitaria. Il trascinamento statistico sul PIL per l’anno in corso è di 4,8 punti percentuali".
L'economia insomma accelera: "Dopo la contrazione nello scorcio finale del 2020 e la stabilizzazione nel periodo invernale, l'economia italiana ha velocemente imboccato un sentiero di espansione, favorito dal progredire della campagna vaccinale e dal graduale allentamento delle restrizioni alle attività".
Le stime sono favorevoli anche per il mercato del lavoro: "Un'estrema gradualità del processo di aggiustamento del mercato del lavoro, contrassegnato da un ampio grado di sotto-utilizzo del fattore lavoro (circa un quarto della forza lavoro estesa sulla base dei dati Eurostat), soprattutto tra le persone disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro. Le migliori prospettive sulla domanda di lavoro e i vincoli meno stringenti alla mobilità hanno favorito nel secondo trimestre la flessione della disoccupazione e il calo dell'inattività. Il tasso di disoccupazione è previsto al 10,3% quest'anno e al 9,9% nel 2022".
Anche i consumi risentono del vento della ripresa: i segnali positivi, spiegano gli esperti, provengono anche dalle vendite al dettaglio (in valore e in volume) che hanno segnato un aumento soprattutto dei beni non alimentari, distribuiti sia dalle imprese operanti su piccole e grandi superfici sia tramite il commercio elettronico.
"L'elevato stock di risparmio accumulato a partire dall'insorgere dell'emergenza sanitaria, per effetto delle restrizioni alla mobilita' e all'accesso a servizi nonché dei timori sul futuro, potrà sostenere la domanda delle famiglie; tuttavia la recrudescenza della pandemia in corso rischia di differire la ripresa delle spese private".
E proprio a proposito della pandemia, gli esperti spiegano che questo quadro economico "resta circondato da un'incertezza molto elevata nel confronto storico". L'orizzonte insomma è tutt'altro che terso: "Sebbene i rischi siano sia positivi sia negativi, tendono a prevalere quelli al ribasso. L'elevato stock di risparmio accumulato durante la crisi potrebbe favorire, nel medio termine, una dinamica della spesa delle famiglie piu' vivace di quanto prefigurato" sostengono gli esperti.
E così concludono: "Tuttavia la recrudescenza della pandemia in atto, nonostante il buon passo della campagna vaccinale, rischia di incidere sulla fiducia delle famiglie e di condurre a nuove restrizioni".