AGI - Negoziato in stallo al G20 a Napoli. Nella seconda giornata di lavori si cerca di trovare l’accordo su clima ed energia, i temi più difficili. Ma le trattative si sono arenate sull’accelerazione della decarbonizzazione e sulla messa a terra delle rinnovabili, obiettivi ambiziosi a cui punta la presidenza italiana con la sponda Usa.
Cingolani e Kerry mediano per sbloccare il negoziato
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e l'inviato speciale Usa per il clima, John Kerry, stanno cercando di mediare per sbloccare la situazione. Il ministro ha incontrato le delegazioni proprio per spianare il terreno e provare ad arrivare a una sintesi entro la fine della giornata. Ma il cammino è in salita, così come si preannunciava. Da un lato ci sono Usa ed Europa, dall’altro i paesi emergenti, con Cina e Russia.
Italia e Stati Uniti lavorano insieme per mettere in campo una strategia comune per mantenere in questo decennio il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. Ma ci sono Paesi che non vogliono rispettare vincoli così stringenti sul contrasto al cambiamento climatico e la decarbonizzazione.
La prima giornata di lavori ieri aveva prodotto una dichiarazione congiunta sui temi dell'ambiente, frutto del lavoro portato avanti da mesi dalle delegazioni. Ma si trattava del traguardo più facile da tagliare. L’obiettivo è di arrivare anche oggi a un documento condiviso ma non è detto che ci si riesca. Cingolani e Kerry stanno lavorando sull'ultima bozza della dichiarazione che dovrà essere approvata.
L'Aie, città responsabili del 70% delle emissioni di carbonio globali
L'Agenzia Internazionale per l'Energia, su richiesta della presidenza italiana del G20, ha elaborato e presentato nel corso dei lavori un rapporto ('Empowering Cities for a Net Zero Future') che esamina proprio come le città possano essere la chiave per un futuro a zero emissioni nette, poiché la digitalizzazione apre una serie di nuove opportunità. Le città, secondo quanto emerge dal rapporto, oggi rappresentano oltre il 50% della popolazione del pianeta, l'80% della sua produzione economica, due terzi del consumo energetico globale e oltre il 70% delle emissioni globali annuali di carbonio. Entro il 2050, oltre il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, con una massiccia crescita della domanda di infrastrutture energetiche urbane.
E l'Agenzia rinnova il suo avvertimento: mentre le economie si riprendono dalla pandemia di Covid-19, le emissioni di CO2 stanno rimbalzando rapidamente. "L'aumento della CO2 globale legata all'energia nel 2021 - sottolinea l'Aie - potrebbe essere il secondo più grande nella storia registrata. Le città sono il motore economico del mondo e le soluzioni che cercano possono trasformare il panorama energetico creando nuove sinergie per ridurre le emissioni, migliorare l'efficienza energetica, migliorare la resilienza e fornire un futuro prospero più pulito per tutti noi. Una forte cooperazione e collaborazione internazionale può svolgere un ruolo cruciale in questo senso, in particolare attraverso reti emergenti di condivisione della conoscenza che abbracciano città e paesi".