AGI - Per l'Europa è un giorno storico. Il Consiglio dell'Ecofin, che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dei Ventisette, ha dato l'approvazione definitiva a dodici Piani di ripresa e resilienza. E tra questi c'è quello italiano. Non solo. Il maxi piano di Roma vale quasi la metà di tutti quelli finora approvati: 190 su 390 miliardi. Di questi, 25 arriveranno con il pre-finanziamento atteso tra luglio e l'inizio di agosto.
"L’Italia riceverà a breve circa 25 miliardi di euro, il 13% delle risorse totali destinate al nostro Paese. Questa decisione deve essere motivo di orgoglio per l’Italia", ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in apertura della riunione del Consiglio dei ministri. "Il Piano è il risultato della stretta collaborazione che c’è stata all’interno del Governo e tra i ministeri - ha aggiunto Draghi secondo quanto riferito da palazzo Chigi - È stato approvato a larga maggioranza in Parlamento, e dopo il pieno coinvolgimento degli enti territoriali e delle parti sociali".
"Ma deve essere anche uno stimolo a spendere bene i soldi che ci arriveranno, e ad approvare in tempi rapidi le riforme che abbiamo concordato con la Commissione europea. Questi sono infatti i presupposti necessari per ricevere tutti i 191,5 miliardi di euro, in prestiti e sussidi, che ci sono stati assegnati. E per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile. Un ruolo che, grazie al vostro lavoro, ci viene riconosciuto ogni giorno di più", ha concluso.
"Con l'approvazione del piano di ripresa da parte del Consiglio, i finanziamenti di Next Generation Eu possono iniziare; E' un piano senza precedenti: nei prossimi anni verranno investiti in Italia 191,5 miliardi di euro per aiutare a ricostruire l'economia, renderla più verde, digitale e pronta al futuro", ha ribadito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
"Ci aspettiamo 25 miliardi di euro fra qualche settimana, sarà un versamento in unica soluzione tra fine luglio e inizio agosto", ha spiegato il ministro dell'Economia, Daniele Franco, al termine dell'Ecofin a Bruxelles. "Non sono destinati a specifici progetti”, ma “entrano nelle casse del Tesoro che in parallelo sta già prefinanziando” il Pnrr, ha sottolineato.
Ora però inizia la parte difficile. E lo ha chiarito bene il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. "Il governo italiano e la Commissione hanno collaborato in modo eccezionale e questo ha consentito all’Italia di essere tra i primi dodici Paesi; è però senza dubbio che il fatto di essere arrivati fin qui è tutt’altro che la conclusione di questo percorso. La conclusione sarà nel 2026 ma ogni anno avremo un esame da parte nostra per verificare che i piani siano rispettati, gli obiettivi siano raggiunti, perché i bonifici arrivano da Bruxelles nel momento in cui si raggiungono quegli obiettivi con quelle scadenze", ha precisato l'ex premier che non manca di riconoscere i meriti politici dell'impresa.
"Credo che dobbiamo riconoscere che questo impegno è un impegno che viene da lontano, che ha certamente visto un ruolo anche del governo precedente. Ma è altrettanto indubbio che la spinta finale che ci ha consentito di avere qui a Bruxelles la sensazione di un piano di alta qualità, di poter dare quindi il nostro via libera, è avvenuta nell’ultima fase grazie anche ovviamente alla leadership di Mario Draghi nel governo".
Oltre ai Piani dell'Italia hanno ottenuto il via libera anche i Pnrr di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna. Altri quattro - o forse cinque - saranno approvati nella riunione informale dell'Ecofin inserita in calendario per il 23 luglio.
Finora la Commissione europea ha raccolto sui mercati 35 miliardi di euro in obbligazioni, con due emissioni. Per pagare il pre-finanziamento dei dodici piani finora approvati servono 50 miliardi di euro. L'Ue conta di averli tutti entro i primi di agosto.
"E' la prima volta che l’Unione sostiene i suoi Stati in questo modo. C'è stata una raccolta sui mercati per avere fondi che verranno poi ridistribuiti tra gli Stati. E' un grande un giorno ma porta anche obblighi per gli Stati per raggiungere gli obiettivi prefissati nei piani. Non si tratta solo di avere soldi ma anche di saperli investire", ha commentato il ministro delle Finanze della Slovenia (presidente di turno del Consiglio Ue), Andrej Sircelj.