(AGI) - Prima notte in fabbrica per gli operai licenziati della Gkn di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze.
La multinazionale inglese di proprietà di un fondo statunitense e attiva nel settore dell'automotive, ha licenziato i 422 dipendenti dello stabilimento toscano senza preavviso e tramite una mail.
Una modalità che ha provocato stupore e ha scatenato la bufera politico-sindacale, con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha parlato di modalità che "non possono essere accettate e su cui bisogna trovare tutti gli elementi per scongiurarle".
Alla base della decisione del gruppo, la situazione del mercato automobilistico e la contrazione dei volumi e della domanda che gli operatori del settore considerano avviata verso un trend ribassista generalizzato, trend amplificato dalla pandemia e dai processi di cambiamento che l'emergenza sanitaria ha scatenato.
Un trend negativo, ha sostenuto ancora la società, che ha mostrato un carattere strutturale e irreversibile, per cui la struttura organizzativa del gruppo appare "non più sostenibile" e la chiusura del sito produttivo di Campi Bisenzio e gli esuberi sono ritenuti strutturali, senza cioè sussistere le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Sul piede di guerra i sindacati, con la Fim che ha parlato di "un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio", mentre il segretario generale di Cisl, Luigi Sbarra, e della Fim Cisl, Roberto Benaglia, hanno chiesto al governo "di intervenire attivando subito a Palazzo Chigi il tavolo di monitoraggio sulle crisi aziendali previsto dall'accordo del 29 giugno, richiamando le aziende al rispetto di tutte le procedure a garanzia dell'occupazione, della dignità del lavoro e della persona".