AGI - La prossima settimana la Commissione europea darà il via libera ai primi piani nazionali di ripresa e resilienza. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel suo intervento in plenaria a Strasburgo.
Ha quindi confermato l'accelerazione nei tempi di valutazione dei piani per sottoporli al Consiglio Ue che li dovrà approvare (entro un mese dalla proposta).
"I fondi arriveranno nelle prossime settimane", ha confermato von der Leyen. "A oggi - ha detto - sono arrivati 23 piani, e questo significa che i cittadini europei sono pronti per un nuovo inizio, per vivere in un modo sempre più sostenibile, digitale e resiliente", ha aggiunto.
Se l'Italia dovesse risultare nel primo lotto dei piani approvati avrebbe diritto a ricevere entro luglio il 13% di prefinanziamenti, ossia 25 miliardi di euro. "L’Italia dovrebbe essere fiduciosa sul fatto che i fondi raccolti a giugno e luglio” tramite il primo collocamento di titoli Ue sui mercati “possano sicuramente coprire il prefinanziamento” del Recovery fund, ha esortato il commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn.
“Nel caso in cui ci siano molti altri Paesi pronti” a ricevere il prefinanziamento, “un caso piuttosto improbabile”, allora “ci potrebbe essere un’erogazione pro-rata del denaro” per poi completare il pagamento “a settembre”.
Hahn fiducioso
“Ma ancora una volta, sono fiducioso”, ha aggiunto Hahn. "Coloro che hanno già preparato tutto bene”, cioè che hanno mandato a Bruxelles il piano di ripresa entro aprile rispettando i criteri del regolamento, "dovrebbero essere rassicurati sul fatto che i soldi saranno presto disponibili”, ha concluso il commissario.
Si accelera sull'approvazione ma da Bruxelles non si fanno sconti sul rispetto delle condizioni per ricevere i fondi. "Il successo dipende enormemente da un’adesione severa alle condizioni del regolamento", ha dichiarato il vice presidente dell'esecutivo europeo, Valdis Dombrovskis.
"La Commissione sarà vigile per garantire che ci sia questo rispetto, soprattutto per i punti citati da voi nella risoluzione: non approveremo mai piani che non rispettino il 37% e il 20% per le spese per clima e digitale; non approveremo nessun piano le cui misure non rispettino il principio del ’nessun danno significativo’; non approveremo mai piani che si discostino troppo dalle raccomandazioni specifiche per Paese", ha spiegato.
"Garantiremo che i piani rafforzino il potenziale di crescita, di occupazione e di resilienza sociale e istituzionale. Questi piani devono contribuire anche all’attuazione del pilastro sociale europeo. E’ essenziale che ogni piano contenga politiche adeguate per Next Generation Eu: riforme del mercato del lavoro, dell’istruzione, della formazione", ha aggiunto l'ex premier lettone.
Gentiloni e la transizione climatica
"Stiamo ancora discutendo con alcuni stati membri sui piani, ci sono ancora alcune limature da fare e in questa fase la vigilanza del Parlamento ci può aiutare", ha insistito. La stessa linea viene confermata dal commissario all'Economia, Paolo Gentiloni.
"Stiamo lavorando nell’analisi di tutte le misure adottate nei piani nazionali di ripresa e resilienza per evitare che altre misure” diverse da quelle per la transizione verde “spingano nella direzione opposta” al contenimento del cambiamento climatico facendo “danni significativi alla strategia di transizione climatica” stabilita dall’Unione europea con il Green deal, ha spiegato.
“Abbiamo una grande quantità di denaro comune da spendere da qui al 2026 e da concentrare sulla doppia transizione, ovvero la transizione verde e la competitività digitale”, ha ricordato l’ex premier.
“Abbiamo anche l'ambizione di mobilitare investimenti privati” per la transizione verde “che ovviamente sono assolutamente cruciali perché non potremo trasformare le nostre economie in questa direzione senza un enorme sforzo di investimenti privati”, ha concluso Gentiloni.