AGI - I primi Piani nazionali di ripresa e resilienza potrebbero essere approvati dalla Commissione nella seconda metà di giugno. Il Consiglio avrà un ulteriore mese per il via libera definitivo ma, con la giusta accelerazione, si potrebbe distribuire il primo finanziamento - del 13% - a luglio e, se gli Stati rispetteranno gli obiettivi tracciati, la seconda tranche di fondi potrebbe arrivare entro fine anno.
Tutto però resta appeso alla ratifica delle risorse proprie. Otto Paesi la devono ancora completare, e tre di questi dovrebbero farlo questa settimana. Gli altri sono esortati a provvedere entro fine mese. Intanto sono otto i Paesi che hanno già chiesto - o chiederanno - anche i prestiti oltre ai sussidi.
Il quadro di Dombrovskis
È il quadro di aggiornamento sul Recovery fund presentato dal vice presidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e dal commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, in audizione alle commissioni congiunte Affari economici e Bilanci del Parlamento europeo. "Finora abbiamo ricevuto 14 piani nazionali e credo che sia un ottimo risultato ritenuto che quella di fine aprile non era una scadenza fissa", ha spiegato Dombrovskis.
"La Commissione arriverà a una prima proposta nella seconda metà di giugno" per poi dare "un mese di tempo al Consiglio" per l'approvazione finale", ha aggiunto. "Se tutto va secondo la tabella di marcia, il primo pagamento arriverà agli Stati membri durante l'estate, presumibilmente a luglio" e riguarderà "il 13% di prefinanziamento".
"Un secondo pagamento è previsto entro fine anno" da collegare "al raggiungimento degli obiettivi", ha annunciato il commissario lettone. Resta l'incognita della ratifica delle decisioni delle risorse proprie da parte di tutti i ventisette Stati membri, indispensabile per permettere alla Commissione di andare sul mercato a raccogliere i 750 miliardi necessari per il maxi pacchetto.
"Tre degli otto rimasti lo faranno questa settimana. In ogni caso invitiamo tutti a procedere con la ratifica entro il primo giugno", ha esortato - ancora una volta - Dombrovkis. Al contrario di quella del 30 aprile, la scadenza del 31 maggio è decisiva. Il motivo lo aveva spiegato sabato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del vertice Ue informale di Porto.
Le verifiche indispensabili
"Possiamo chiedere il prestito solo il mese successivo a quello in cui avviene l'ultima ratifica". Quindi se l'ultimo Stato ratificasse il 31 maggio, la Commissione a giugno potrà rivolgersi a mercati. Se lo facesse il primo giugno, dovrà aspettare luglio. Nel frattempo va avanti la valutazione dei 14 piani già consegnati a Bruxelles.
"Siamo soddisfatti - ha chiarito Gentiloni - ma la valutazione andrà avanti nelle prossime settimane e dal mio punto di vista, la principale sfida sarà garantire che ciò che c'è scritto venga effettivamente applicato nei tempi stabiliti dai piani".
L'ex premier ha osservato che "i piani che sono stati consegnati non hanno gravi punti deboli. Stiamo lavorando soprattutto sui tempi, sui meccanismi di controllo e sugli obiettivi". In generale - ha confermato Dombrovskis - posso dire che l'equilibrio tra riforme e investimenti è stato rispettato".
Resta ancora poco delineata invece la questione dei prestiti. Buona parte dei Paese sembrerebbe infatti 'accontentarsi' dei sussidi. "Gli Stati possono richiedere i prestiti fino all'agosto 2023". "Finora li hanno richiesti, o hanno i programma di farlo, sette-otto Stati", ha spiegato Gentiloni. "Non è tutto il potenziale dei prestiti ma è comunque una quota sostanziosa", ha ammesso.