AGI - Il Recovery plan italiano sta per tagliare il traguardo finale. L’Italia è pronta a presentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza all’Unione europea e conta di poter disporre di una parte delle risorse già entro l'estate. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha assicurato, in una dichiarazione congiunta in video collegamento con i colleghi di Germania, Francia e Spagna, che il Pnrr italiano, dopo aver "ricevuto un ampio consenso in Parlamento" sarà inviato all’Ue "entro la settimana".
Domani il consiglio dei Ministri, salvo slittamenti, dovrebbe dare il disco verde definitivo al pacchetto di investimenti e riforme da 248 miliardi (191,5 miliardi di fondi del Recovery, altri 30,6 miliardi del Fondo complementare finanziato in deficit e ulteriori risorse dal React-Eu e dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento Ue).
Il Piano, ha spiegato il titolare dell’Economia, "contribuisce al raggiungimento di tre fondamentali obiettivi: riparare i danni economici e sociali della pandemia; costruire una economia più tecnologicamente e scientificamente avanzata assicurando allo stesso tempo l'inclusione; un cambiamento di lungo periodo con una irreversibile transizione ecologica". Franco ha quindi insistito sull’importanza delle riforme strutturali che “accresceranno la crescita potenziale e l'occupazione".
"Un ruolo importante avranno le riforme di contesto, che renderanno l'ambiente istituzionale più favorevole all'attività d'impresa e alla crescita, ad esempio migliorando l'efficienza della pubblica amministrazione e velocizzando i tempi della giustizia civile", ha detto il ministro spiegando che "l'obiettivo ultimo è quello di consegnare alle prossime generazioni un Paese più dinamico, più sostenibile e più inclusivo".
In Cdm è atteso anche il decreto per la ripartizione dei 70 miliardi del maxi scostamento 2021-2033 per gli investimenti aggiuntivi ai fondi europei del Recovery fund. Una linea di finanziamento parallela in cui rientrano i 30,06 miliardi del Fondo complementare al Pnrr per il 2021-2026. I 5 miliardi per il 2021 saranno recuperati dall’extra deficit da 40 miliardi approvato dalle Camere per finanziare il decreto Sostegni bis che non vedrà la luce prima della prossima settimana.
La costruzione del provvedimento sta richiedendo infatti più tempo del previsto tanto che, secondo quanto viene riferito, non è escluso che il dl possa slittare ulteriormente ed essere varato nella settimana tra il 10 e il 16 maggio. Ragione per cui si rende necessario approvare ora un decreto per prorogare una serie di scadenze fissate alla fine di aprile, prime tra tutte quelle fiscali. Ma resta il nodo delle coperture.
Il governo è al lavoro per l’ulteriore rinvio alla fine di luglio, con il termine dello stato di emergenza, delle cartelle fiscali congelate (fino al 30 aprile) dalle misure emergenziali. Per finanziare il nuovo slittamento della ripresa dell’attività di notifica e riscossione per oltre 35 milioni di cartelle sospese si sta appunto valutando di utilizzare una parte dello scostamento di bilancio che servirà per finanziare il decreto Sostegni bis, ma gli spazi finanziari sono ridotti visto che 5 miliardi sono già impegnati per il fondo extra Recovery e almeno 22 miliardi serviranno per i nuovi contributi a fondo perduto e i ristori dei costi fissi per le imprese. La precedente proroga fiscale è già costata alle casse dello Stato 500 milioni di euro e un nuovo intervento potrebbe richiedere anche di più.
Nel pacchetto di interventi rientra poi anche il prolungamento fino al 30 settembre per il lavoro agile nella pubblica amministrazione senza preventivo accordo individuale, eliminando le previsioni di percentuali minime o massime di personale che può lavorare da remoto, un termine al quale si dovrebbe allineare anche il privato. In arrivo anche il rinvio dei termini per i bilanci preventivi e i rendiconti degli enti locali, che dovrebbe essere di un mese, l’estensione al 30 settembre della validità dei documenti e delle carte d’identità scaduti oltre a una serie di altre proroghe.