AGI - Con i fondi del Recovery Fund, "la sfida è trasformare l'Italia in un Paese moderno, efficiente, aperto, inclusivo. Quindi la mia domanda è: quali riforme faremo per scaricare a terra quei duecento miliardi?": a chiederlo è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un'intervista al Corriere della Sera.
Per Bonomi su "due aree, quelle sulla pubblica amministrazione e sulla giustizia civile, sono abbastanza declinate. Le altre non ancora. Le riforme già ben definite sono 5 su 47. Ma lì noi ci giochiamo tutto ed è la vera sfida con l'Europa".
"Quel che manca nel testo, se si vuole, è la partnership pubblico-privato", ha spiegato il numero uno di Viale dell'Astronomia, "credo sia nell'interesse del presidente Draghi aprire su questo un'interlocuzione con il settore privato: lo svincola da chi vuole solo lo status quo".
A suo avviso bisogna capire come il Governo intenda declinare ed eseguire le riforme, perché "se poi le imprese non capiscono e non condividono, gli investimenti privati non arrivano".
Per Bonomi il lavoro resta un 'vulnus': "Si cerca di difendere il lavoro dov'era e com'era, ma non è più. Vere politiche attive del lavoro questo Paese non ne ha mai fatte, salvo quelle legate al reddito di cittadinanza che non hanno funzionato. E come si pensa di risolvere? Assumendo nella pubblica amministrazione". "Se l'obiettivo è aiutare cittadini e imprese di fronte alla burocrazia, siamo fuori strada. Possiamo mettere i miliardi che vogliamo in quest'area del Recovery, ma il mondo del lavoro resta ingessato".