AGI - Il direttivo della Bce si riunisce giovedì prossimo e alle porte non sono previste decisioni importanti. La Bce resterà sostanzialmente alla finestra, anche se ha già detto che prevede di aumentare "significativamente" il ritmo degli acquisti del Pepp nel secondo trimestre. L'obiettivo è quello di disinnescare l'aumento dei rendimenti obbligazionari, che rischia di ripercuotersi negativamente sulla ripresa economica in Europa.
A marzo, dopo il surriscaldamento dei prezzi e dei rendimenti dei bond, partiti dagli Usa, sulla scia delle attese per la ripresa, la Bce ha calmato i mercati dichiarando che "sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo prevede che gli acquisti nell'ambito del Pepp (lasciati invariati 1.850 miliardi di euro fino a marzo 2022) nel prossimo trimestre saranno condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest'anno".
La dichiarazione ha avuto il merito di tranquillizzare i mercati e di far calare i tassi dei bond. Ora si tratta di quantificare questo aumento degli acquisti, che nel primo trimestre è stato in media di 60 miliardi al mese. "Noi - spiega Vincenzo Bova, strategist di Mts Capitalservices ipotizziamo che un aumento significativo possa arrivare a un ritmo medio di 80 miliardi al mese".
Tuttavia difficilmente la Bce fornirà giovedì delle cifre così precise, poiché su questo terreno preferirà avere le mani libere. "Nella prima settimana di aprile - rivela Bova - ha acquistato finora 17 miliardi, per cui 80 miliardi a fine mese potrebbe essere una cifra credibile".
Sui tassi e sulle cifre del Pepp dunque questa settimana non ci saranno novità. Anche le stime economiche verranno riviste solo a giugno. A dicembre, la Bce aveva previsto che il Pil nella zona euro sarebbe cresciuto del 3,9% quest'anno e del 4,2% nel 2022, mentre giovedì scorso, nella sua relazione annuale ha rivisto la crescita del Pil per il 2021 al 4% e al 4,1% per il 2022.
E l'inflazione? "Sulla base degli attuali prezzi dei future sul petrolio - ha recentemente detto Christine Lagarde - è probabile che l'inflazione complessiva aumenti nei prossimi mesi, ma è prevista una certa volatilità durante tutto l'anno, riflettendo le dinamiche mutevoli dei fattori che attualmente spingono al rialzo l'inflazione. Ci si puo' aspettare che questi fattori scompaiano dai tassi di inflazione annuali all'inizio del prossimo anno". Più nel dettaglio la Bce stima un tasso di inflazione dell'1,5% nel 2021 e dell'1,2% nel 2022. Il mandato della Bce comunque resta quello di di mantenere i prezzi più bassi ma prossimi al 2% nel medio termine.