AGI - Occorre rafforzare decisamente - entro ed oltre il perimetro del decreto Sostegni - le risorse dedicate ai ristori che verranno riconosciuti ad imprese e partite Iva a fronte delle perdite di fatturato medio mensile registrate nel 2020 rispetto al 2019. Lo afferma Confcommercio secondo cui il provvedimento assunto ieri dal Consiglio dei Ministri stanzia per tali interventi circa 11 miliardi sui 32 complessivi mobilitati dal decreto. Ma la platea degli interessati è nell’ordine dei 3 milioni di soggetti (tenendo conto dei filtri di accesso agli indennizzi costituiti da un ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi inferiore nel 2020 di almeno il 30 per cento rispetto al 2019, e dal tetto di 10 milioni di euro per i ricavi o compensi) e le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro.
"Servono, dunque, ristori più adeguati - sottolinea Confcommercio - in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi".
Stesse considerazioni per le misure dedicate a turismo, montagna e cultura. Inoltre, secondo Confcommercio, gli interventi per i trasporti non dovrebbero riguardare il solo trasporto pubblico locale, fornendo invece un sostegno efficace all’intero sistema dell’accessibilità. Restano poi "urgentissimi" gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese.
Per Confcommercio, infine, bene le proroghe della Cassa Covid (ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al 1 aprile) e delle deroghe per i contratti a termine sino alla fine dell’anno, nonché l’ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito in Legge di Bilanci.
Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, Confcommercio chiede la cancellazione di quelle dal 2000 al 2010 fino a 5000 euro per i soggetti con reddito 2019 fino a 30000 euro.
"Si resta – conclude Confcommercio - in attesa della riforma della riscossione".