AGI - Nel 2020 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’8,9%, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi, con due giornate lavorative in più, la riduzione è stata dell’8,8%. Il crollo certificato dalla stima preliminare dell'Istat è storico ma il dato è comunque leggermente migliore rispetto al -9% stimato dal governo nella Nadef e anche del -9,2% previsto da Banca d'Italia e Fondo monetario internazionale. Secondo l'Istat, la variazione acquisita per il 2021, cioè quella che si otterrebbe se la variazione di tutti e quattro i trimestri dell'anno fosse pari a zero, è positiva e pari a +2,3%.
La recrudescenza della pandemia di coronavirus e i nuovi lockdown imposti per farvi fronte hanno fatto sentire pesantemente i loro effetti sul'attività economica nel quarto trimestre dell'anno scorso, dopo il robusto rimbalzo registrato nel terzo. L'Istat stima che negli ultimi tre mesi del 2020 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2020 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019.
La variazione congiunturale è la sintesi di un arretramento del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.coronavirus e i nuovi lockdown imposti per farvi fronte hanno fatto sentire i loro effetti sull'andamento dell'attività economica nel quarto trimestre dell'anno.