AGI - Nell'area euro la seconda ondata e l'intensificarsi delle misure di contenimento a partire da metà ottobre "dovrebbero determinare un nuovo calo significativo dell'attività nel quarto trimestre, sebbene in misura molto inferiore rispetto a quanto osservato nel secondo trimestre di quest'anno". È quanto emerge dall'ultimo bollettino mensile della Bce, nel quale si legge che "le prospettive economiche a breve termine sono offuscate da andamenti sfavorevoli" e che la pandemia "continua a ingenerare gravi rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo".
Per questo la Banca centrale europea, dopo la ricalibratura di dicembre, "rimane pronta ad adeguare, ove opportuno, tutti gli strumenti a sua disposizione per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente all’obiettivo, in linea con il suo impegno ad adottare un approccio simmetrico". La Bce ribadisce dunque il rilancio delle misure prese a dicembre per sostenere l'attività economica e l'inflazione dell'area euro: in particolare l'aumento a 1.850 miliardi di euro del piano di acquisti di debito per l'emergenza pandemica, esteso "almeno sino alla fine di marzo 2022", e il potenziamento dei maxi-finanziamento Tltro-III per il credito all'economia. L'Eurotower avverte che le misure a sostegno del bilancio sono servite per attenuare l'impatto della pandemia ma devono essere mirate e temporanee. "Il consistente sostegno delle politiche di bilancio ha attenuato il rilevante effetto negativo della pandemia di coronavirus sull’economia reale" si legge nel bollettino della Bce, la quale avverte però che "le misure di bilancio adottate dovrebbero essere mirate e temporanee".
In particolare, la Bce evidenzia che "nel 2021 Spagna, Francia, Italia e Slovacchia dovrebbero registrare i disavanzi più elevati, pari a oltre il 7,% del Pil" e che che "finché l’emergenza sanitaria persiste e la ripresa non è in grado di autoalimentarsi, sarà importante prorogare queste misure temporanee", la quali nell'Ue raggiungeranno l’8% del Pil nel 2020, dallo 0,6 per cento del 2019 e dovrebbero scendere al 6,1% nel 2021, al 3,9% per cento nel 2022 e al 3%o nel 2023.
Anche le misure mirate al mantenimento dei posti di lavoro che "hanno raggiunto livelli senza precedenti nei primi mesi dopo l’inizio della pandemia" devono "essere limitate nel tempo, al fine di non ostacolare la necessaria ristrutturazione economica, pur restando in vigore per un periodo sufficientemente lungo da preservare posti di lavoro produttivi che altrimenti potrebbero andare persi".
"In prospettiva, - conclude la Bce - i recenti progressi nella messa a punto di vaccini contro il Covid-19 consentono di ipotizzare con maggiore fiducia una graduale soluzione della crisi sanitaria. Cionondimeno, occorrerà del tempo prima che si ottenga un’immunità generalizzata, così come non si possono escludere ulteriori aumenti dei contagi, con le sfide che ciò comporta per la salute pubblica e le prospettive economiche".