"No a un Recovery plan figlio delle tensioni tra i partiti", dice Bonomi

Ivana Pisciotta
Carlo Bonomi
"Dopo aver trionfalmente detto innumerevoli volte negli anni scorsi che il debito pubblico aggiuntivo non era un problema perché l'Italia è solvibilissima, aver sinora persino rifiutato i 36 miliardi del MES privo di condizionalità da destinare a spese sanitarie dirette e indirette dovute ai lockdown, aver affermato infondatamente che era più conveniente la via di debito nazionale visti gli acquisti straordinari protratti dalla BCE, ora dalla bozza del PNRR abbiamo appreso improvvisamente che invece no. Avevamo così tanta ragione per anni a batterci contro la corsa del debito che ora dobbiamo usare oltre il 40% delle risorse europee straordinarie, non per sfruttarne appieno la potenzialità di stimolo a investimenti aggiuntivi, ma per swappare debito già esistente e contenerne la galoppata".Carlo Bonomi
"Nella Legge di Bilancio e nelle 124 pagine della bozza di PNRR su cui il Governo è diviso c'è la ripresa di Industria 4.0, il cui congelamento ci aveva riportato in recessione già a fine 2019. Ma questo intervento da solo non basta se non accompagnato da interventi significativi per rispondere ai bisogni di nuove competenze, per sostenere il tessuto imprenditoriale nelle sfide ambientali ed energetiche, per accompagnare e sostenere gli impatti sul lavoro e sull'occupabilità delle persone derivanti dall'uso delle nuove tecnologie, solo per fare alcuni esempi. L'Italia si è retta negli anni di crisi grazie ai successi della manifattura italiana e alla sua ascesa nelle catene globali del valore".Carlo Bonomi
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