L'Opec+ ha raggiunto un'intesa per aumentare di 500.000 barili al giorno la produzione di petrolio a partire da gennaio. L'ufficializzazione è arrivata con un comunicato del ministero dell'Energia del Kazakistan. I tagli complessivi scendono dunque a 7,2 milioni di barili al giorno, pari al 7% della produzione mondiale, dagli attuali 7,7 milioni. I membri dell'organizzazione hanno anche deciso di rivedersi mensilmente per valutare se il mercato sia in grado di assorbire il volume extra di greggio immesso.
La scelta di ridurre i tagli è stata determinata dalla speranza che l'arrivo del vaccino contro il Covid possa aiutare la ripartenza dell'economia e, di conseguenza, i consumi petroliferi. Anche la risalita dei prezzi dell'oro nero nelle ultime settimane ha aiutato le ragioni dei Paesi favorevoli a incrementare la produzione.
Russia, Iraq, Nigeria ed Emirati arabi uniti avevano tutte espresso interesse a un aumento, mentre sul fronte opposto era schierata l'Arabia Saudita. Il mercato si attendeva che gli attuali tagli potessero estesi senza revisioni almeno fino a marzo, ma ha comunque reagito positivamente al ritocco, giudicato limitato e non tale da pregiudicare l'equilibrio tra domanda e offerta. Il barile di Wti con scadenza a gennaio sale dello 0,73% a 45,61 dollari, mentre quello di Brent con scadenza a febbraio avanza dello 0,87% a 48,67 dollari.