AGI - Wall Street chiude in calo ma il Dow Jones brinda a novembre e registra il suo miglior mese da gennaio del 1987. Per l'S&P 500 e il Nasdaq invece è stata la migliore performance mensile da aprile. Al termine della giornata il Dow Jones scende dello 0,89% a 29.644,20 punti, il Nasdaq cede lo 0,06% a 12.198,74 punti mentre lo S&P 500 lascia sul campo lo 0,45% a 3.621,82 punti. Secondo gli analisti, sulla debolezza di oggi ha influito il bilanciamento dei portafogli adottato dagli investitori a fine mese, con le prese di profitto dopo un novembre forte grazie ai passi in avanti compiuti sul fronte dei vaccini e alle rinnovate speranze per una ripresa economica già nel 2021.
Tuttavia la consapevolezza che ci vorranno ancora diversi mesi prima che la situazione si normalizzi pesa sul sentiment. Pesano anche l'aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e le preoccupazioni per l'aumento dei contagi nelle prossime settimane dopo la festa del Giorno del Ringraziamento. A novembre lo S&P 500 guadagna quasi l'11% e il Nasdaq l'11,8%. Il Dow Jones mette a segno il suo più grande guadagno mensile dal 1987 (+12%), dopo aver superato la soglia dei 30.000 punti. Il Russell 2000, l'indice delle small cap, sale del 18%, nel miglior mese di sempre.
Alla Borsa di New York schizza il titolo di Moderna che sale di oltre il 20%: oggi la casa farmaceutica Usa ha annunciato che richiederà l'autorizzazione d'emergenza in Europa e negli Stati Uniti, in base ai risultati di uno studio in fase avanzata che mostrano un tasso d'efficacia del 94,1% senza seri effetti collaterali. In evidenza anche i titoli di Apple (+2,11%) e Intel (+1,90%).
Male invece il comparto energetico. A influire la debolezza dei prezzi del petrolio dopo che il meeting Opec+ programmato per domani è stato rimandato a giovedì 3 dicembre. I paesi produttori, infatti, hanno chiesto più tempo per decidere. Nella riunione dell'Opec di oggi il cartello ha trovato l'intesa per un'estensione dei tagli anche al primo trimestre del 2021, al contrario la Russia, leader dei paesi non Opec, vorrebbe iniziare ad aumentare l'offerta già da gennaio. Da qui la decisione di prendere più tempo ed evitare le spaccature di inizio marzo che, insieme alla pandemia, portarono a un crollo dei prezzi del greggio.
In rosso anche gli industriali, in particolare le compagnie aeree hanno subito un forte calo. American Airlines Group scende di quasi il 6%, Delta Air Lines del 2%, mentre United Airlines cede lo 0,5%.