AGI - Autostrade per l’Italia (Aspi) ha approvato la nuova versione del Piano economico finanziario e l’ha inviata al governo. La necessità di rielaborare il piano era scaturita lo scorso 22 ottobre. Il ministero dei Trasporti aveva scritto ad Aspi chiedendo di adattare il piano sulla base del parere che era stato formulato dall’Autorità di regolazione dei trasporti il 14 ottobre.
A quanto si apprende da fonti vicine al dossier, Aspi avrebbe accettato formalmente tutti gli atti proposti dal governo nella formulazione voluta dall’esecutivo: l’atto transattivo per la chiusura della procedura di revoca (a inizio ottobre), la nuova versione del Pef sulla base dei rilievi Autorità di regolazione dei trasporti (in settimana), l’atto aggiuntivo (nella giornata di sabato).
Oltre al Piano economico finanziario, Aspi ha scritto ieri al ministero dei trasporti una ulteriore lettera nella quale comunica di accettare anche l'atto aggiuntivo, il contratto che serve a recepire il nuovo Pef nella concessione vigente, nei termini proposti dal governo il 2 settembre scorso.
Confermato il piano industriale di Aspi nella nuova versione del Piano economico finanziario. Vengono mantenuti i 14,5 miliardi di investimento e i 7 miliardi di manutenzioni al 2038, di cui fanno parte gli 1,2 miliardi di manutenzioni aggiuntive. Nella nuova versione del Pef, si apprende, viene confermato anche l’importo di 3,4 miliardi di euro di risorse compensative a seguito della tragedia di Genova – di cui 1,2 miliardi di investimenti non remunerati - che Aspi manterrà a proprio carico. Per quanto riguarda la spesa di manutenzione, quella media prima del 2018 era di 280-300 milioni annui. Nel 2019 è diventata di 400 milioni, nel 2020 di 655 milioni, nel 2021 la spesa programmata è di 600 milioni.
Il nuovo piano industriale di Aspi prevede 2.400 assunzioni da qui al 2024, con professionalità nel settore dell’innovazione digitale e della sostenibilità. L’indice di recupero di produttività sull’automazione resta quello voluto dall’Autorità di regolazione dei trasporti, del 2,2%, ma sarà applicato in 10 anni invece che in 5. Questo dovrebbe consentire, secondo quanto si apprende, di effettuare un ricambio del senza licenziamenti, ma usando incentivazioni e scivoli verso la pensione.