AGI - Quasi due telefoni su 5 venduti in Italia sono Samsung. Il doppio di Xiaomi e quasi quattro volte Apple. È quanto si evince dai dati sulle vendite di smartphone nel nostro Paese realizzato da Canalys. L'indagine mostra alcuni elementi interessanti anche se non sorprendenti: il crollo della quota di mercato di Huawei, innanzitutto, che pur restando al terzo posto registra una perdita del 33%, e la crescita esponenziale di un altro colosso cinese, Xiaomi, che ha guadagnato il 122% e si piazza in seconda posizione con il 19% della quota mercato.
In sensibile calo anche Apple, che perde il 28% e scala in quarta posizione con il 10% della quota mercato. Alle sue spalle, stabile in quinta posizione, Oppo, che registra una crescita stellare dell'880% pur avendo solo il 6% della quota mercato.
Il dato su Apple (che cresce in Europa occidentale nonostante il calo italiano) è la prova di quanto il mercato italiano risponda a un unico fattore: i prezzi. Gli smartphone, indipendentemente da quel che fanno, devono costare poco e questo spiega il successo di Xiaomi che, con prodotti di buona qualità a prezzi molto competitivi, conquista una fascia sempre più ampia.
Ma qual è la strategia di Xiaomi, con un margine così ristretto? Prima e più di altri il colosso cinese ha puntato sulla creazione di un ecosistema in cui lo smartphone è solo l'hub per una serie di prodotti che vanno dagli elettrodomestici alla domotica fino ai monopattini elettrici. Avere uno strumento che può comandare tutto - dalle luci di casa al tostapane - significa fidelizzare il cliente.
Secondo i dati di Canalys nel terzo trimestre del 2020, le spedizioni di smartphone in tutto il mondo hanno raggiunto 348,0 milioni di unità, con un calo dell'1% anno su anno. Ma sono aumentati del 22% rispetto al trimestre precedente. Samsung ha riguadagnato il comando globale, con un aumento del 2% a 80,2 milioni di unità. Huawei è scivolata al secondo posto con un calo del 23% a 51,7 milioni di unità.
Xiaomi si è classificata per la prima volta al terzo posto, raggiungendo 47,1 milioni di unità con una crescita del 45%. Apple, che non ha avuto il lancio di iPhone di punta a settembre, ha venduto 43,2 milioni, in calo dell'1%, mentre vivo è quinta con 31,8 milioni di unità.
Oppo è sesto, con 31,1 milioni di unità, mentre il suo marchio gemello Realme è passato al settimo, la sua posizione più alta di sempre, con 15,1 milioni di unità. Lenovo ha riportato 10,2 milioni di unità, poichè alla fine ha raggiunto gli ordini ritardati a causa di interruzioni nella sua fabbrica di Wuhan e Transsion ha spedito 8,4 milioni di unit grazie alla ripresa nei suoi principali mercati africani.
"Xiaomi ha agito con aggressività sul mercato per divorare le quote di Huawei", spiega Mo Jia, analista di Canalys. Una simmetria dimostrata dalla crescita di 14,5 milioni di unità da parte di Xiaomi e dalla perdita di Huawei di 15,1 milioni di pezzi. In Europa, un campo di battaglia chiave, le spedizioni di Huawei sono diminuite del 25%, mentre quelle di Xiaomi sono cresciute dell'88%. Xiaomi aveva fissato obiettivi di produzione elevati, un rischio che ha pagato quando nel terzo trimestre ha riempito i canali di vendita con modelli come la serie Redmi 9. Xiaomi deve affrontare la concorrenza di Oppo e vivo - questo mese sbarcata anche in Europa - che sono cresciuti fino a coprire una vasta gamma di fasce di prezzo nel sud-est asiatico e in Europa si stanno posizionando come opzioni più premium e rischiano di confinare Xiaomi nella fascia bassa.
I risultati di questo trimestre, avverte Canalys, sono un gradito sollievo per i produttori, ma rischiano di essere una chimera. "La fornitura limitata di chipset 4G causerà colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento e aumenterà i costi di produzione" ha detto Ben Stanton, analista della società, "Inoltre seconda ondata di contagi causera' fallimenti diffusi e perdita di posti di lavoro nelle aree colpite. Sfortunatamente, il sollievo del terzo trimestre sembra destinato ad essere di breve durata".