AGI - Domani alle 11.30, in 24 piazze di tutta Italia, gli imprenditori dei pubblici esercizi si sono dati appuntamento per far sentire la loro voce, "in maniera pacifica e nel pieno rispetto delle regole, per ribadire l'enorme valore economico, sociale ed antropologico delle proprie attività e chiarire una volta per tutte che non esiste connessione alcuna tra la frequentazione dei pubblici esercizi e la diffusione dei contagi".
Lo riferisce la Fipe Confcommercio, secondo cui "se non accompagnate da aiuti concreti e immediati, le ulteriori restrizioni contenute nell'ultimo Dpcm rischiano di essere il colpo di grazia per il settore dei pubblici esercizi, già tra i più colpiti dalla spaventosa crisi generata dalla pandemia. Infatti, secondo le stime, a fine anno il comparto rischia di perdere 50.000 aziende con ben 300.000 posti di lavoro in bilico".
"Nessun legame tra contagi e apertura dei locali"
"Scendiamo in piazza per evitare che passi il messaggio che i pubblici esercizi abbiano un ruolo nella diffusione del contagio - dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe-Confcommercio - non esiste alcuna connessione tra quest'ultimo e l'apertura dei locali, anche perché gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e validati dal Cts e dall'Inail. Protocolli che hanno richiesto investimenti economici significativi e garantito sicurezza ai consumatori".
"Il settore rischia il suo futuro - continua Stoppani - e il Governo, anche in incontri odierni, ha confermato l'impegno di dare seguito immediato a molte delle misure richieste in più occasioni dalla nostra Federazione. Contributi a fondo perduto, interventi sulle locazioni, cancellazione - differimenti di scadenze fiscali, ammortizzatori sociali. Aspettiamo di vedere il provvedimento in approvazione oggi in Consiglio dei Ministri, è fondamentale per consentire la sopravvivenza di un comparto decisivo per la filiera agroalimentare e per il turismo di questo paese".