AGI - "Il verde e il blu sono i colori che rappresentano la nostra transizione: bioraffinerie e decarbonizzazione". L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in un'intervista a La Stampa racconta l’energia del futuro. "Sono sei anni che lavoriamo sulle tecnologie con un investimento superiore ai 4 miliardi. La pandemia ha tagliato le gambe alla capacità di spesa, però adesso il mondo va molto più veloce di noi e abbiamo la necessità di accelerare il cambiamento. La trasformazione delle bioraffinerie, che non vanno a petrolio ma con biomasse, hanno già dato dei risultati positivi e l’economia circolare è una realtà".
Quanto influisce nelle scelte strategiche la geopolitica dell’energia? "Gli Stati Uniti hanno raggiunto l’autosufficienza energetica, la strategia non cambierà dopo le elezioni. La Russia ha bisogno di un mercato, Cina e Turchia invece l’energia la cercano. L’Europa è povera di gas e petrolio, punta sull’ambiente sviluppando tecnologie e investendo. Possiamo perdere competitività se non c’è un piano di gioco uguale per tutti", avverte Descalzi che guarda al Next Generation Eu come un'opportunità: "Abbiamo presentato un pacchetto di progetti da 6,5 miliardi, rappresenta il nostro piano dal 2030 al 2050 che possiamo accelerare con questi fondi. Speriamo possa essere finalizzato con il Piano nazionale di ripresa e resilienza perché garantirà una riduzione di oltre 6,5 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. E potremmo avere dai 70 ai 100 mila posti di lavoro. Il Recovery fund è un'opportunità incredibile".
Per l'Ad di Eni "ci vuole uno sforzo straordinario, bisogna raggruppare i progetti, presentarli a Bruxelles, ottenere il via libera e capire come utilizzare i finanziamenti. L'industria italiana è all'altezza. Serve un grande coordinamento tra governo, istituzioni, aziende".