AGI - La positività al coronavirus di Donald Trump, e di sua moglie Melania, fa vacillare Wall Street ma non la affonda. Dopo un avvio fortemente negativo, il listino statunitense ha recuperato gran parte delle perdite nella seconda parte della sessione, grazie anche alle rassicurazioni fornite dal capo di gabinetto della Casa Bianca sulle reali condizioni di salute del presidente statunitense, descritto come "di buon umore e molto energico". L'indice Dow Jones ha ceduto lo 0,48% a 27.863 punti, mentre l'S&P 500 è arretrato dello 0,96% a 3.348.
A rimanere pesante è stato il Nasdaq che, dopo il recupero delle ultime sedute, ha lasciato sul terreno il 2,22% a quota 11.075. A picco i Fang: Facebook ha perso il 2,51%, Amazon il 2,99%, Netflix il 4,63% e Alphabet (Google) il 2,17%. Male anche Microsoft, giù del 2,95%. Nel baratro Tesla (-7,38%), nonostante i buoni risultati delle vendite trimestrali. L'ottava dell'indice tecnologico registra comunque un saldo positivo dell'1,5%, esattamente come quella dell'S&P, contro il +1,9% del Dow.
Gli investitori nell'incertezza
La bomba del Covid alla Casa Bianca ha gettato nell'incertezza molti investitori a 32 giorni dalle elezioni presidenziali del 3 novembre. Ma, alla fine, il listino principale ha preferito guardare alle buone notizie in arrivo dal Congresso, con beneficio soprattutto dei titoli ciclici, come quelli dei comparti industriale e immobiliare. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha definito "imminenti" nuovi aiuti per 25 miliardi di dollari alle compagnie aeree il cui indice di settore è salito del 2,3%.
E anche i negoziati sul pacchetto di aiuti complessivo da 2.200 miliardi di dollari, approvato ieri dalla Camera a maggioranza dem ma che non ha futuro in un Senato controllato dai repubblicani, sembrano aver fatto passi avanti. Pelosi ha parlato per oltre un'ora con il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, e il suo portavoce ha fatto sapere che il negoziato andrà avanti. Per il momento, però, l'amministrazione non si spinge oltre la soglia dei 1.600 miliardi.
Dai dati sul mercato del lavoro emerge un'economia statunitense che stenta a riprendersi definitivamente. La locomotiva a stelle e strisce ha creato 661.000 posti di lavoro a settembre contro gli attesi 850.000, a testimonianza che la ripresa dei contagi sta rallentando la ripartenza. Per questo la Borsa ritiene indispensabile un nuovo pacchetto di stimoli in grado di mantenere su di giri il motore. E se Trump malato preoccupa, l'idea che lo stallo politico possa bloccare i nuovi aiuti spaventa ancora di più.