AGI - Gli Stati Uniti potrebbero chiudere l'anno con una perdita di produzione economica praticamente nulla, nonostante la pandemia e l'emergenza economica che ne è conseguita. Questo considerato l'ammontare della spesa pubblica già fornita e le risorse stanziate a imprese e famiglie per far fronte alla pandemia del coronavirus. Lo ha detto il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard in un paper preparato in occasione di un seminario web sponsorizzato dal Global Interdependence Center. Bullard non esclude rischi per la ripresa ma ritiene che gli importi già approvati la scorsa primavera nel Coronavirus Aid, Relief and Economic Security Act potrebbero rivelarsi sufficienti a compensare la perdita di produzione: "In senso aggregato ci sono notevoli risorse impegnate per combattere la crisi", ha detto.
Il mese di settembre potrebbe insomma rivelarsi una sorpresa per l'economia americana, per la quale sarebbe "alla portata una sorta di 'piena ripresa' entro la fine del 2020", chiudendo così l'anno allo stesso livello di produzione complessiva del 2019 seppur con un "sostanziale calo" del tasso di disoccupazione. Questo, osserva Bullard, richiederebbe che il paese raggiunga un tasso di crescita annualizzato del 35% nel terzo trimestre e mantenga una crescita di circa il 10% fino alla fine dell'anno. "Sono numeri grandi, ma non al di fuori del regno delle possibilità", ha affermato.
Gli altri banchieri della Fed stimano invece un calo del Pil del 3-4%
Bullard è considerato tra i più ottimisti tra i funzionari della Fed nel confidare in una continua forte ripresa e in un controllo costante della pandemia. La maggior parte dei suoi colleghi all'interno della Fed si aspetta invece che quest'anno l'economia si contrarrà di circa il 3-4%. Ottimismo a parte, Bullard ritiene però che i rischi in corso per la ripresa sono reali, per questo anche lui in sintonia con gli altri membri del board della banca centrale (Powell in testa), sostiene che sia necessario un altro pacchetto di stimoli fiscali da parte del governo federale per assicurare che le piccole imprese non falliscano e che le famiglie non comincino a essere insolventi sui mutui e sugli affitti.
E a tal proposito, oggi nella terza audizione davanti al Congresso, proprio il numero uno della Fed, Jerome Powell ha messo in guardia da questo rischio. La mancata fornitura di ulteriori aiuti governativi alle famiglie potrebbe dar luogo a un'ondata di insolvenze sui mutui. Mentre le famiglie stanno usando ciò che resta degli aiuti da 2.300 miliardi di dollari approvato dal Congresso a marzo, "il rischio è che finiscano quei soldi e debbano tagliare le spese e forse perdere la loro casa o il contratto di locazione", ha detto Powell intervenendo al Comitato bancario del Senato. "Questo è il rischio del non agire. Ancora non sappiamo se possa accadere, ma potrebbe benissimo succedere in un futuro non troppo lontano", ha avvertito Powell esortando il Congresso ad approvare il pacchetto di aiuti all'economia.