AGI - I turisti stranieri possono venire serenamente in Italia perché si tratta del Paese con il minor numero di contagi attuali da Coronavirus, grazie alle misure prese e al lavoro fatto, che va continuato perché "mollare sarebbe criminale". Il settore del turismo, però, va protetto perché il mondo degli alberghi nelle città d'arte è in grandissima difficoltà e perché c'è il rischio di infiltrazioni mafiose se i proprietari dovessero gettare la spugna di fronte alla crisi. Così, in un'intervista all'AGI, il vicepresidente nazionale di Federalberghi, Marco Michielli, fa il punto sulla situazione dopo gli ultimi provvedimenti del governo che toccano da vicino l'industria turistica.
Bene le misure, non bisogna abbassare la guardia
"Siamo ben lieti che si prendano misure, si facciano delle verifiche e che si controllino le persone che vengono dall'estero perché questa estate quel poco o nulla che si è lavorato lo si è fatto grazie alle misure che sono state fatte. Mollare adesso sarebbe criminale", spiega Michielli. Adesso, aggiunge, "deve passare il messaggio che 'l'Italia è il paese europeo con meno casi perché siamo stati bravi, venite serenamente'. Possiamo dire tutto su questi provvedimenti, possiamo discuterli, ma i risultati ci sono. Siamo il Paese europeo con minor numero di nuovi contagi".
Gli alberghi italiani, secondo Michielli, "si stanno comportando veramente bene, da medaglia, perché fanno rispettare le regole. Gli stranieri prima storcono il naso, poi capiscono e si adattano a tutte le prescrizioni e alla fine, quando ripartono, ringraziano. Per fortuna, circa l'80% degli italiani che andava in vacanza all'estero è rimasto in Italia, quindi l'aliquota residuale di quelli che sono andati all'estero è veramente minima rispetto ai grandi numeri degli anni scorsi. Ma stiamo comunque parlando di decine di migliaia di persone che possono, rientrando, creare problemi. Per fortuna hanno reso obbligatori i tamponi. Adesso è il momento di rialzare la guardia proprio per evitare peggiori conseguenze", spiega ancora.
Le conseguenze dello stop alle discoteche
In merito alla nuova ordinanza che impone dal 17 agosto la sospensione delle discoteche, Michielli dà la propria e piena "solidarietà ai gestori" dei locali notturni che secondo lui avrebbero "digerito più facilmente di non poter riaprire all'inizio, ricevendo un contributo" piuttosto che richiudere adesso che "hanno assunto del personale". La disposizione però "credo che sugli hotel non avrà un gran riverbero perché il popolo della notte non è che sia un grande occupatore di camere d'albergo. Di solito i giovani vanno in discoteca e tornano a casa. Non credo ci saranno dei grandi movimenti per quanto riguarda il turismo alberghiero". Adesso la vera emergenza riguarda le città d'arte che "sono in ginocchio. Non ho più termini per descrivere la situazione: è la tragedia oltre la tragedia. Ripartiranno a marzo dell'anno prossimo, ma come faccia un'impresa a riuscire a resistere un anno non lo so".
L'allarme infiltrazioni
Il settore alberghiero, però, va supportato. Se da un lato è "benvenuta la cancellazione anche della seconda rata Imu", come lo sono le "misure a sostegno delle assunzioni", dall'altro ci sono ancora "una serie misure che abbiamo ampiamente rappresentato al ministro e che vanno messe concretamente in campo", spiega Michielli. Il rischio altrimenti è che gli imprenditori che hanno in gestione gli hotel non riescano a resistere e "restituiscano le chiavi ai proprietari. Il problema è chi li prenderà in gestione? Saranno sul mercato e lì ci sono tutti, compresi i mafiosi e gente che sarebbe auspicabile non prendesse in gestione degli esercizi. C'è anche questa ulteriore preoccupazione".
Secondo Michielli "rischiamo un cambio pesante del panorama dell'hotellerie in favore di soggetti che prima non c'erano e magari adesso arrivano con la valigetta e si prendono in locazione o comprano alberghi a metà prezzo". L'attenzione è alta sulla tematica. "Le questure, i carabinieri, la guardi di finanza sono allertati ma bisogna che anche la politica comprenda questa cosa. Bisogna dare dei contributi a coloro che sono in affitto. Io non sono celebre per chiedere contributi agli imprenditori, perché devono essere in grado da soli di finanziare la propria azienda, ma davanti a un caso di questo tipo così eclatante è impensabile non venire incontro a un settore in assoluto più colpito", conclude.