AGI - La ripresa ci sarà e si vede già da luglio, ma non si può congelare il mercato del lavoro, specialmente a fronte di cali della produzione imponenti come quelli affrontati dalle imprese in questi mesi. A spiegarlo, in un'intervista all'AGi, Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia Romagna.
Il blocco dei licenziamenti
"Bisogna ridurre il costo del lavoro e mettere le persone in condizione di poter lavorare nelle imprese che hanno mercato e non bloccare le aziende con dei carichi di personale che non sono di fatto gestibili: forzare il mercato lavoro è molto pericoloso", sottolinea l'industriale. "Noi - aggiunge - vogliamo metterci in condizione di poter aumentare l'occupazione, però non possiamo bloccare delle aziende che hanno dei cali del 30%, del 50% di produzione mantenendo la stessa situazione occupazionale pre-covid. Anche perché ci sono delle altre società che hanno necessità di occupazione per recuperare i mesi che sono stati perduti, per rifare i magazzini".
La ripresa
"La ripresa è prevedibile, anche perché c'è stato un calo molto violento nei primi sei mesi. La ripesa ci sarà, la vediamo già dal mese luglio", continua parlando delle prospettive per i prossimi mesi. Per le filiere del Made in Italy legate all'export le previsioni sono "positive per il secondo semestre, con un calo ovviamente rispetto al secondo semestre del 2019, ma di ripresa comunque rispetto ai primi sei mesi dell'anno".
Ottimistiche anche le prospettive per le imprese di costruzioni che hanno impegni con società private industriali che "hanno ripreso abbastanza positivamente perché stanno cercando di recuperare i quasi tre mesi di confinamento e di blocco dei lavori". Viceversa, "c'è una grande difficoltà" per quanto riguarda tutti i servizi (alberghi, bar, ristoranti) e la parte che "non è rilevantissima in termini di Pil ma molto rilevante in termini occupazionali".
Le preoccupazioni
"Quello che a me preoccupa è questa ondata pseudo statalista di questo governo degli ultimi mesi e anche il pensiero sbagliato che sta sorgente nella mente di molti che arrivi tanto denaro da risolvere tutti i problemi", prosegue Ferrari. Le risorse dell'Ue arriveranno "sulla base di progetti complicati, questi sono debiti che il paese contrae in larga parte e di conseguenza il paese sarà più debole e noi come aziende saranno più deboli soprattutto nei confronti delle imprese tedesche".