AGI - “Tutti i licenziamenti vanno bloccati fino a fine anno e i contratti nazionali devono essere rinnovati. Altrimenti per Cgil, Cisl e Uil sarà sciopero generale”. È quanto intima il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini che in un’intervista a “la Repubblica” lancia un appello all’unità: “Non vogliamo lo scontro, è il momento di coesione e responsabilità, anche delle imprese”.
Landini sostiene la necessità della proroga allo stop dei licenziamenti perché, dice, “dovrebbe essere chiaro a tutti che subire un licenziamento per una persona è un dramma”, pertanto “il lavoro, anche nei ruoli più umili ed essenziali, ci ha fatto uscire dalla fase più drammatica della pandemia”. Quindi, è il ragionamento del segretario Cgil, “non puoi ringraziare le persone che hanno fatto il loro dovere in questo periodo dicendo che ora possono anche essere licenziate. È un linguaggio sbagliato. Oggi è il momento della coesione. La precarietà introdotta negli ultimi vent’anni - mettendo in discussione conquiste e diritti - non ha prodotto posti né migliorato la produttività delle aziende”, afferma Landini.
Due possibili eccezioni
Quindi la posizione ufficiale del sindacato è che “il blocco dei licenziamenti per tutti fino a fine dicembre, con due possibili eccezioni: le imprese che cessano per messa in liquidazione e se si fanno accordi sindacali fondati sull’adesione volontaria. Altrimenti c’è la mobilitazione”.
A Landini non convincono “nemmeno gli incentivi ad aziende che non usano più cassa integrazione: sono soldi pubblici usati male – spiega, per poi aggiungere – Se non fai cassa vuol dire che hai lavoro”. Landini è inoltre convinto che siamo dinanzi a un momento cruciale e che se si perde l’opportunità degli aiuti che arrivano dall’Europa, i 209 miliardi, “non ci sarà un secondo tempo e tra qualche anno saremo fuori dall’Europa e in declino industriale”.
E a Bonomi, il leader di Confindustria, Landini invia infine questo messaggio: “Cominci a firmare i contratti nazionali. Non facendolo si assume la responsabilità di aprire uno scontro sociale di cui noi non sentiamo il bisogno. Abbiamo chiesto al governo di defiscalizzare gli aumenti salariali dei contratti nazionali e Confindustria potrebbe chiederlo con noi e lo stesso potrebbe fare spingendo per una legislazione che dia validità generale ai contratti nazionali”.