AGI - Conto alla rovescia per trovare una soluzione alla questione della revoca della concessione di Autostrade per l'Italia tra il governo e la famiglia Benetton, azionista attraverso Atlantia, della concessionaria. La società deve portare sul tavolo di palazzo Chigi una proposta accettabile per il governo entro il fine settimana. In caso contrario, si procederà con la revoca della concessione. Lunedì e martedì dovrebbero tenersi due consigli dei ministri con il tema all'ordine del giorno. Se la parte 'grillina' dell'esecutivo è decisa a procedere con la revoca della concessione, il Pd teme le ripercussioni finanziarie di un'eventuale disputa legale con il gruppo Benetton.
Il governo punta a un taglio delle tariffe, maggiori controlli, un accelerazione sugli investimenti e una discesa dei Benetton e quindi di Atlantia in Aspi dall'attuale 88% a una quota di minoranza, sotto il 50% (si parla del 30%). La trattativa tuttavia è naufragata sia sulle nuove tariffe che sul valore da attribuire a quel 58% di Aspi, 'svalutato' a causa decreto Milleproproghe che ha ridotto l'indennizzo da corrispondere ad Autostrade da 23 a 7 miliardi in caso di revoca.
Il provvedimento approvato a gennaio - ha denunciato Atlantia in più di un'occasione - ha provocato un downgrade di Aspi con conseguente difficoltà della società a finanziarsi sul mercato e conseguente diminuzione del valore della società. A comprare dovrebbero essere Cdp, il fondo F2i, Poste Vita e alcune casse previdenziali. L'ultima opzione, al vaglio di Atlantia, è quella di fare un aumento di capitale attraverso il quale far entrare i nuovi soci nel capitale della concessionaria senza essere costretta a vendere le azioni sotto prezzo.
Oggi il premier Giuseppe Conte ha ribadito che o arriverà una proposta vantaggiosa o scatterà la revoca. "Ho detto che nei prossimi giorni si completerà la procedura di revoca che è in corso, ormai è noto. Ieri c'e' stato un incontro presso il ministero delle Infrastrutture dove i tecnici del governo hanno presentato alla controparte le ragioni per cui le loro proposte di transazione non sono accettabili. A questo punto, o arriva in extremis una proposta a cui il governo non può dire di no, perché estremamente vantaggiosa per il pubblico, visto che non possiamo più regalare soldi a nessuno, men che meno ai privati, oppure si chiama procedimento di revoca, che significa che alla fine terminerà con una revoca", ha spiegato il presidente del Consiglio.
Dal canto suo la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli ha evidenziato come "Aspi sia nelle condizioni di capire e di sapere, dopo il lungo percorso di questi mesi, che cosa è l'interesse pubblico che ha indicato il presidente del Consiglio". La ministra ha poi smentito la notizia secondo cui il governo sarebbe pronto a far costruire la quarta pista a Fiumicino ad Adr, controllata sempre da Atlantia. "Nessun regalo ai Benetton a Fiumicino, anzi si tratta esattamente del contrario. Il progetto presentato dal concessionario aeroportuale riguardo la costruzione della quarta pista di volo per l'aeroporto di Fiumicino è stato, infatti, inserito nell'allegato Infrastrutture tra gli interventi che necessitano di una revisione. Ho manifestato in più occasioni la mia contrarietà a quel progetto", ha evidenziato De Micheli.
All'interno della maggioranza c'è da segnalare la posizione di Italia Viva contraria a una revoca perché, ha spiegato, Maria Elena Boschi "aprirebbe un contenzioso miliardario, creando incertezza sulla gestione della rete autostradale e sui posti di lavoro". Per la leader di Fdi, Giorgia Meloni, invece bisogna procedere con la revoca e rimettere a gara le autostrade. "Fdi ribadisce la necessità di revocare la concessione di autostrade ad Aspi", ha evidenziato, "io sono per la revoca immediata e per rimettere a gara il servizio di autostrade. Poi se Aspi vuole ripartecipare, parteciperà. Però su un contratto di concessione fatto con regole decenti".
Intanto lunedì e martedì ci saranno due Cdm con al centro la questione Aspi. Sul tavolo del governo la proposta di Autostrade che dovrà essere analizzata e giudicata dai ministri. Oggi il titolo Atlantia ha chiuso in rialzo del 2,13% a 13,40 euro, segno che il mercato crede che alla fine sarà trovato un accordo.