"Non si può pensare di governare con annunci e poi dilatare all’infinito il tempo che passa tra le parole e gli effetti di quelle misure", ha detto il nuovo presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, intervenendo all'evento 'Ripartenza, Responsabilità, Resilienza'.
"Le nostre imprese e i cittadini non possono più attendere. L’Italia ha bisogno di corpi intermedi e soprattutto di corpi intermedi come noi, che non inseguiamo il consenso, ma il merito", ha sottolineato Di Stefano. "Ecco perché - ha proseguito - diciamo, a chi scrive i decreti, di uscire dai palazzi e di venire a scriverli nelle nostre aziende, emendarli dalle nostre linee di produzione, portarli in Europa dai nostri uffici marketing. Perché nelle imprese si costruisce l’Italia tanto quanto in Parlamento.
Se è vero quel che dico, oggi più che mai è di vitale importanza il confronto".
Secondo Di Stefano, "occorre modificare le politiche che non hanno prodotto risultati. Mi riferisco per esempio al reddito di cittadinanza. La Corte dei Conti qualche giorno fa ha messo nero su bianco, nel suo giudizio sul rendiconto generale dello stato, che questo provvedimento è costato effettivamente 3.878,7 milioni di euro. Solo un milione di domande di sussidio è stato accolto. Ma il dato più preoccupante è che solo il 2% ha trovato un lavoro tramite i centri per l’impiego. Basta con le misure costose e inefficaci".
Il leader dei giovani di Confindustria ha poi sollecitato una rapida approvazione del dl Semplificazioni: Ogni imprenditore italiano dedica mediamente 240 ore l’anno al fisco. Considerando che un giorno si compone di circa 8 ore lavorative, parliamo di 30 giorni. Ecco perché chiediamo al Governo che venga varato subito il decreto semplificazioni". Questa la ricetta di Di Stefano: "Ripartiamo dai settori oggi più in crisi: automotive, settore aereo, turismo. Possiamo ridisegnare le catene del valore, rafforzare la patrimonializzazione delle nostre imprese, rilanciare industria 4.0. Dobbiamo utilizzare tutte le risorse che l’Europa mette in campo col Piano Next Generation, per essere protagonisti dell’economia nei prossimi decenni".