Mark Zuckerberg non cede di fronte alla campagna di boicottaggio di alcuni inserzionisti, che hanno sospeso la loro pubblicità su Facebook e la controllata Instagram accusando le piattaforme di non fare abbastanza per combattere l'odio online. A togliere i loro spot, sull'onda della mobilitazione di Black Lives Matter, sono stati pesi massimi come Coca-Cola, Starbucks, Adidas e Unilever.
In una videoconferenza con i dipendenti tenutasi venerdì scorso, rivela The Information, Zuckerberg si è detto convinto che gli inserzionisti torneranno "abbastanza presto" e che le conseguenze del boicottaggio avranno risvolti "più di reputazione e di partnership" che economici. In concreto, come ha sottolineato il Wall Street Journal, per quanto possano apparire importanti i marchi che hanno voltato le spalle al social network, l'impatto concreto sui conti dell'azienda è per il momento davvero minimo.
"Non stabiliamo le nostre politiche sulla base della pressione sul fatturato", ha detto Zuckerberg ai dipendenti, "non stabiliamo le nostre politiche sulla base di nessuna pressione che possa arrivare dall'esterno, anzi, tendo a credere che se qualcuno ti minaccia perché tu faccia qualcosa, il risultato sia metterti in una situazione nella quale diventa ancora più difficile farti fare quanto viene preteso perché apparirebbe come una capitolazione e ciò, nel lungo termine, fissa incentivi negativi al ripetersi di episodi analoghi"
"La conclusione", ha aggiunto, "è che non cambieremo le nostre politiche e non cederemo su nulla perché è minacciata una piccola percentuale dei nostri ricavi, o una qualsiasi percentuale dei nostri ricavi".