AGI - La Motorizzazione ha immatricolato - nel mese di giugno 2020 - 132.457 autovetture, con una variazione di -23,13% rispetto a giugno 2019, durante il quale ne furono immatricolate 172.312. Lo rende noto il Mit. Nei primi sei mesi dell'anno sono state immatricolate 583.960 auto contro 1.083.184 dello stesso periodo del 2019 con un calo del 46,09%.
Nello stesso periodo di giugno 2020 sono stati registrati 247.655 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -23,25% rispetto a giugno 2019, durante il quale ne furono registrati 322.692 (nel mese di maggio 2020 sono stati invece registrati 206.967 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -44,61% rispetto a maggio 2019, durante il quale ne furono registrati 373.676).
Nel mese di giugno 2020 il volume globale delle vendite (380.112 autovetture) ha dunque interessato per il 34,85% auto nuove e per il 65,15% auto usate. Le immatricolazioni rappresentano le risultanze dell'Archivio Nazionale dei Veicoli al 30.06.2020, mentre i dati relativi ai trasferimenti di proprietà si riferiscono alle certificazioni di avvenuto trasferimento di proprietà rilasciate dagli Uffici Provinciali della Motorizzazione nel mese di giugno 2020 e rappresentano le risultanze dell'Archivio Nazionale dei Veicoli alla data del 30.06.2020.
Fca ha immatricolato a giugno 28.967 vetture rispetto a 38.643 di maggio 2019 con un calo del 25,04%. La quota scende al 21,87% contro il 22,43% dello stesso mese dello scorso anno. Nei primi sei mesi dell'anno vendute 138.681 auto contro 266.891 dello stesso periodo del 2019 (-48,04%).
L'analisi di Unrae
Nel primo semestre dell'anno sono quasi 500.000 le immatricolazioni in meno sul mercato dell'auto italiano e a fine anno, saranno 700.000. Lo rileva l'Urae. "Nonostante la quasi completa riapertura dell'economia - commenta il presidente dell'Associazione delle case automobilistiche estere, Michele Crisci - continua a giugno l'emorragia di immatricolazioni per la crisi senza precedenti innescata dal Covis-19, con una perdita che, senza il giorno lavorativo in più, sarebbe stata di quasi il 30%. Come atteso, la mera ripartenza delle attività economiche non basta a riavviare la domanda di autovetture da parte di famiglie e imprese, fiaccate dalla lunga chiusura e dalle fortissime preoccupazioni per un futuro altamente incerto".
"D'altra parte - prosegue Crisci - il sistema della distribuzione auto è in grandissima sofferenza, stretto tra la debolezza della domanda e la grave crisi di liquidità che l'attanaglia, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli in stock e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità che faticano a essere erogate".
Crisci rileva che "mentre negli altri paesi europei - Germania e Francia in primis, ma anche Spagna, il cui piano da 3,75 miliardi di euro è da notare sia per l'ambizione degli obiettivi sia per il principio di neutralità tecnologica che afferma - i rispettivi Governi hanno già dato risposte chiare e forti, prosegue l'assordante silenzio del Governo italiano. A conferma dell'efficacia di specifici piani di sostegno al settore auto, già a giugno il mercato francese, il primo a pubblicare dati mensili, è tornato in positivo".